Vale anche per le spedizioni che partono dall'Italia, non solo per quelle dall'estero.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-12-2025]

C'è una sgradita novità nella Manovra 2026: un contributo fisso di 2 euro su ogni pacco di valore inferiore a 150 euro, indipendentemente dal luogo di spedizione. La misura, approvata in commissione Bilancio al Senato, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2026 e si applicherà a tutte le spedizioni, senza distinzione tra pacchi provenienti da Paesi extra-UE e pacchi nazionali.
La scelta di estendere la tassa anche alle spedizioni interne è legata a vincoli normativi europei. Limitare il contributo ai soli pacchi extra-UE avrebbe infatti configurato un dazio, prerogativa esclusiva delle politiche doganali dell'Unione europea. Per questo motivo il Governo ha deciso di applicare la misura in modo uniforme a tutte le spedizioni.
Non è difficile dare ragione alle stime, secondo le quali la tassa interesserà milioni di microspedizioni legate all'e-commerce, settore cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia. Piattaforme come Amazon, Temu e Shein, insieme a migliaia di piccoli rivenditori italiani, saranno coinvolti direttamente: il contributo di 2 euro si aggiungerà al costo di spedizione e potrà essere ribaltato sui consumatori finali. Per le importazioni, gli operatori dovranno versare la tassa allo Stato, mentre per le esportazioni saranno le imprese italiane a sostenere l'onere aggiuntivo.
La misura è stata presentata come parte di un pacchetto di interventi fiscali volti a garantire maggiori entrate per lo Stato. Oltre alla tassa sui pacchi, la Manovra 2026 prevede anche il raddoppio della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, che passerà dal 2 al 4 per mille sui mercati non regolamentati e dall'1 al 2 per mille su quelli regolamentati.
Il Dipartimento delle Finanze ha stimato che l'attuale struttura della Tobin Tax genera circa 546 milioni di euro l'anno. Con il raddoppio, le entrate dovrebbero aumentare significativamente, contribuendo alla copertura della legge di bilancio. La tassa sui pacchi, invece, punta a raccogliere circa 1 miliardo di euro secondo alcune proiezioni.
La novità ha ovviamente suscitato discussioni immediate tra operatori e associazioni di categoria. Alcuni hanno evidenziato il rischio di penalizzare i piccoli rivenditori italiani e gli acquirenti finali, mentre altri hanno sottolineato che la misura potrebbe ridurre la competitività delle piattaforme straniere. La decisione finale spetta al Parlamento, ma pare che la discussione in aula non debba incontrare difficoltà; l'entrata in vigore dal 2026 appare insomma ormai confermata.
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