Il Presidente dell'Antitrust si schiera per lo scorporo della Rete da Telecom Italia, contro l'opinione dell'Authority per le Comunicazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-06-2004]
C'è Authority e Authority, verrebbe da dire, dopo aver ascoltato la relazione annuale del Presidente dell'Autorità Antitrust Tesauro. Il professor Tesauro, infatti, nella sua relazione si è schierato contro i monopoli privati di fatto che reggono, contro ogni retorica della liberalizzazione, nei servizi pubblici.
Nel mirino dell'Antitrust di Tesauro le bollette del gas, fra le più alte d'Europa, ma anche le Tlc: Tesauro si chiede retoricamente perché nella telefonia fissa non si è raggiunto il livello di concorrenza, anche sui prezzi e sulle formule tariffarie, nonché sulla facilità di cambiare gestore e sui servizi, che è stato raggiunto nella telefonia mobile.
Per Tesauro la ragione è nel fatto che Telecom Italia controlla anche la Rete che utilizzano i suoi stessi concorrenti, mentre per l'Antitrust le Reti dell'energia elettrica, del gas, del trasporto ferroviario, delle telecomunicazioni dovrebbero essere pubbliche e separate dalle imprese che gestiscono i servizi.
Più volte interpellata dai concorrenti di Telecom Italia, a partire dalla stessa Wind (proprietà dell'Enel e quindi controllata dal Governo), l'Authority per le comunicazioni ha deciso per una separazione amministrativa, contabile e burocratica della Rete Telecom Italia dalle aree commerciali e di servizio ai clienti della stessa Telecom, ma ha sempre escluso una separazione in due aziende, possibilmente non riconducibili alla stessa proprietà.
Siamo di fronte a un conflitto inedito tra due Authority indipendenti, elette dal Parlamento e riconducibili (per quanto riguarda le figure di Cheli e Tesauro) più al centrosinistra che li nominò che all'attuale maggioranza di centrodestra, che presto li sostituirà con uomini più vicini al suo orientamento.
Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che una parte delle competenze dell'Authority delle Comunicazioni è stato letteralmente scippato dal Governo, che li ha ritrasferiti al Ministero delle Comunicazioni: un ministero, fino a poco tempo fa, addirittura destinato a sparire.
Un'altra complicazione è che non si conosce ancora chi sarà il successore in autunno di Mario Monti, componente italiano della Commissione Europea in cui ha le deleghe per la libera concorrenza.
Monti, di cui tutti conoscono l'inflessibilità adottata contro Microsoft, non sarà confermato al suo posto, nonostante l'universale stima per la sua persona e il suo operato espressa da tutti i partiti (è un tecnico vicino al Partito Popolare Europeo) e da tutte le nazioni, per far posto a un politico come Buttiglione, Tremonti o Martino.
Monti, se fosse rimasto commissario europeo all'Antitrust, si sarebbe battutto per la separazione fra Reti e servizi nell'ambito delle Tlc ma ancora non si conosce chi, e quale orientamento avrà, il commissario che prenderà, in Ottobre, le sue deleghe e che, molto probabilmente, non sarà italiano.
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