Gli ultimi blocchi dei treni causati dai pendolari esasperati sono stati videoregistrati. Le tecnologie permettono una schedatura di massa dei pendolari.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-02-2005]
Nell'ultimo mese si sono susseguiti i blocchi ferroviari, soprattutto sulla linea Torino-Milano-Venezia, la più importante del nostro sistema ferroviario perché vi circolano quasi il 50% dei passeggeri e delle merci su strada ferrata e perché nevralgica nel sistema ferroviario italiano.
I blocchi di questi giorni sono quasi sempre spontanei, organizzati sul momento da gente comune, impiegati, operai, studenti, senza organizzazione né capi, ma solo sulla spinta della rabbia per treni eternamente in ritardo, sovraffollati, freddi d'inverno e roventi d'estate, con porte che non si aprono o non si chiudono, che danno sempre la precedenza a treni internazionali spesso vuoti o treni merci, sempre sporchi.
E' gente che non vuole sovvertire l'ordine democratico, né intende danneggiare alcunché, ma desidera solo arrivare in orario al lavoro per evitare di essere penalizzata economicamente, o addirittura perdere il posto. Dopo giorni di ritardi, treni guasti, scioperi del personale, alla fine queste persone si mettono sui binari bloccando i treni e così ricevono finalmente l'attenzione (che non avevano mai avuto prima) da parte di Trenitalia, dei politici di governo ed opposizione, dei giornali e della Tv.
Pare che le questure dei capoluoghi di provincia sulla linea da Torino a Milano abbiano avuto disposizione dal Ministero dell'Interno di schedare e costituire dei dossier, per i pendolari più "animosi" e arrabbiati, sui comitati spontanei che si sono formati, anche per organizzare lo sciopero degli abbonamenti e sulle loro attività.
I pendolari in ritardo sono forse pericolosi terroristi? Nel Paese delle prescrizioni e dei perdoni, forse la Polizia Ferroviaria e la Digos dovrebbero indagare su altro: magari sugli stessi manager delle Ferrovie (i nomi si sanno già) per interruzione di pubblico servizio. Per le riprese, basta chiedere alla Rai le registrazioni di qualche intervista.
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