La pubblicità trash dei telefonini di Natale

Nelle ultime campagne pubblicitarie delle società di telefonia mobile si è toccato il peggio della pubblicità-spazzatura.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-12-2006]

Francesco Totti, Megan Gale e Gennaro Gattuso

Assoluta povertà di originalità, inventiva, eleganza, intelligenza unita alla massima ricchezza di mezzi economici e di spazi: questo è il bilancio delle colossali campagne pubblicitarie che hanno messo in campo, come ogni Natale, i gestori di telefonia mobile, ovvero le maggiori fonti di ricavi per i network televisivi e per la carta stampata del nostro Paese.

Giudicare la creatività delle agenzie italiane di pubblicità dagli spot televisivi che stanno inondando e stufando gli italiani, in questi giorni, significa bocciarli tutti (o quasi) senza pietà e senza scampo. La sufficienza, forse, la sfiorano Aldo, Giovanni e Giacomo, che lavorano per Wind, a cui prestano un po' della loro bravura di sani artigiani della comicità italiana.

Tim continua ad ammorbarci con la saga infinita del vigile Christian De Sica e della velina Elisabetta Canalis: nemmeno la partecipazione straordinaria di Sofia Loren, ormai sul viale del tramonto, dovendosi vendere a tutto e a tutti, riesce a riscattare questo spot; anzi, i ciociari si sono addirittura offesi, forse non a torto, a causa della battuta finale di De Sica.

Vodafone si identifica nuovamente con Megan Gale, a cui affibbia la coppia spaesata del pupone Francesco Totti e di Gennaro Gattuso, cercando di marciare più che può sulla vittoria della Coppa del mondo.

Chi crede che la pubblicità sia solo prendere un testimonial e metterlo in scena sono i creativi di 3: se erano stati audaci con l'invenzione della coppia Valeria Marini-Giulio Andreotti, a loro modo dissacranti con Pippo Baudo ed Elisabetta Gregoraci, con l'ingaggio di Paris Hilton toccano il fondo della banalità e del provincialismo. Se la sarebbero cavata più a buon mercato e con più ironia con la sosia della Hilton, protagonista del reality a base di pupe e secchioni.

Insomma, se la pubblicità non è solo uno spreco da demonizzare ma anche un'arte, una tecnica e una manifestazione della cultura di massa, e se è lo specchio del Paese, su questo specchio, che ci rimanda un'immagine di crisi profonda di idee e di stili, non possiamo che stendere un velo pietoso in attesa di tempi migliori.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 19)

Bravo! Leggi tutto
20-1-2007 14:24

E se smettessero di pagare tanto per la pubblicità e abbassassero le tariffe?
20-1-2007 10:04

Bene! Su questo non discuto, essendo la tua una percezione legata al gusto personale. Ma se volessimo addentarci in una riflessione sulla qualità del risultato, sulla tipologia degli stilemi, sulla classe antropologica rappresentata, sul tono generale, sul meta-messaggio veicolato, non credo che potrei non dissentire. Sul fatto che il... Leggi tutto
16-1-2007 14:39

sul fatto dei "soldi" ti do ragione!...ma nn parlavo di questo...parlavo della "pubblicità trash" che secondo me nn lo è!
16-1-2007 14:21

Sì, certo, anche i fabbricanti di armi hanno bisogno di fare business ed impiegano una notevole quantità di lavoratori, danno cioè il pane quotidiano a molte famiglie. La pubblicità non è garza sterile ed ha un impatto educativo molto profondo ed assai poco controllabile da chi la riceve. La libertà degli utenti è importante tanto... Leggi tutto
7-1-2007 17:56

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