Illegale il sistema anticopia dei CD

EMI condannata e costretta a ritirare dai negozi le versioni protette.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-09-2007]

emi

Evidentemente le associazioni dei consumatori all'estero funzionano un po' meglio che da noi, dove sull'argomento riportano soltanto alcune e incerte vittorie di principio.

Invece la corte d'appello di Nanterre, su istanza delle organizzazioni Consommation Logement et Cadre de Vie e UCF-Que Choisir ha stabilito che "un CD che non sia leggibile da tutti i lettori non è un CD".

La vertenza nasceva dalla commercializzazione nel 2002 e 2003 di CD non usabili in alcuni riproduttori - tipicamente quelli usati in ambito domestico o montati con l'autoradio - in quanto il sistema anticopia adottato non rispecchiava lo standard NF EN 60908 relativo a questo tipo di supporto.

La commercializzazione dei CD incriminati, per altro ritirati da EMI nel corso del 2007 per evitare guai maggiori, non ha tuttavia influito granché sull'esito del processo, poiché l'editore internazionale è stato condannato a pagare 20.000 euro di ammenda e 13.000 euro tra danni e interessi alle associazioni che hanno intentato la causa.

In termini assoluti, il danno economico della major è irrilevante, mentre è considerevole dal punto di vista dell'immagine e straordinariamente efficace in via di principio; tanto più che un'altra major, la Warner Music, aveva già subito una condanna nel 2003 per gli stessi motivi; condanna poi confermata in appello l'anno seguente.

I consulenti legali delle associazioni dei consumatori stimano che possa essere l'inizio della fine del DRM, con grande beneficio per i consumatori finali, tant'è vero che la stessa EMI ha iniziato a vendere online brani musicali privi della protezione contestata.

Ma le associazioni non hanno ancora sotterrato l'ascia di guerra, poiché gli editori sconfitti nei tribunali hanno presto scovato il rappezzo tecnologico; infatti in joint venture con i fornitori di accesso all'internet commercializzano la possibilità di scaricare illimitatamente, ma i brani sono riproducibili soltanto finché l'abbonamento è attivo.

In caso di disdetta, i brani non saranno ulteriormente riproducibili; faranno cioè la stessa fine della farina del diavolo e non dev'essere piacevole trovarsi con un pugnello di crusca in mano dopo aver pagato mesi o anni di tangenti agli editori.

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