Dopo la discussa decisione dell'asta per l'assegnazione delle licenze, un ricorso al Tar del Lazio potrebbe fermare tutto. Forse, però, sarebbe meglio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-10-2007]
Il WiMax, in Italia, non è ancora nato e già ha una vita difficile.
Dopo l'annuncio del Ministro Gentiloni dell'assegnazione delle frequenze con un'asta in stile Umts - adozione di metodo prevedibile e che porterà quasi certamente a una tecnologia blindata, come si temeva - è iniziato il balletto dei commenti e degli interventi.
Felici gli operatori che già dispongoni di tecnologie wireless broadband, vale a dire gli operatori mobili che già offrono servizi quali l'Umts: Vodafone, H3G, Wind e Telecom Italia.
In particolare, la possibilità che i big delle telecomunicazioni si impadroniscano delle frequenze per disporne secondo i loro comodi era quella che da tempo più preoccupava gli associati di Anti Digital Divide, associazione che ha fatto dell'eliminazione del divario digitale la propria ragione di vita.
Ora Add si trova un forse inaspettato alleato nella MGM Production Group Srl, società che già detiene una licenza WiMax in Germania e che ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la delibera dell'AGCom riguardo all'assegnazione italiana delle frequenze.
In particolare, il punto controverso segnalato da MGM riguarda l'assenza di condizioni - presenti invece in altri paesi - che impediscano la partecipazione alla gara agli operatori che già sono in grado di offrire accesso a banda larga senza fili, vale a dire i quattro moschettieri di cui si parlava all'inizio.
Costoro sono subito corsi in difesa di AGCom e del Ministero delle Comunicazioni, che vorrebbe partire al più presto con la gara, dando così consistenza alle preoccupazioni di Anti Digital Divide riguardo una monopolizzazione delle frequenze da parte dei soliti noti.
Se il Tar dovesse dar ragione alla MGM, ciò porterebbe a un ulteriore ritardo nell'assegnazione delle frequenze in Italia, già ultima in questo settore tra i paesi europei. Tuttavia Add appoggerà il ricorso e si dice disposta ad attendere ancora un po' pur di scongiurare il pericolo di aver il WiMax subito ma a sviluppo rallentato, secondo i calcoli delle compagnie di telecomunicazione.
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