Alan Ralsky incriminato formalmente per spamming.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-01-2008]
Alan M. Ralsky (foto qui accanto), soprannominato "il re dello spam" (spam king) per la sua lunga e prolifica attività di spammer, è stato finalmente incriminato dall'FBI dopo tre anni di indagini. Gli fanno compagnia dieci dei suoi soci.
Il comunicato del Dipartimento di Giustizia del governo statunitense definisce Ralsky e i suoi complici "una delle più grandi organizzazioni illegali di spamming e truffa del paese, un progetto internazionale per guadagnare denaro manipolando le quotazioni di borsa tramite promozioni illecite via e-mail."
Le accuse, dice sempre il comunicato, sono il risultato di tre anni di indagini condotte dall'FBI insieme con lo U.S. Postal Inspection Service e l'ente fiscale statunitense (Internal Revenue Service). Ralsky e soci, le cui vicende sono state seguite in Rete per anni (già nel 2002 mandava un miliardo di mail al giorno), usava il sistema "pump and dump", ossia "gonfia e svendi", per fare soldi.
Se un buon numero di polli casca nel tranello, il titolo effettivamente sale perché viene acquistato in massa: ma a un certo punto lo spammer rimette sul mercato le proprie azioni, vendendole con lauto margine. Ma la vendita fa crollare il titolo, e gli altri investitori rimangono buggerati.
Come se non bastasse, Ralsky è accusato di aver utilizzato intestazioni falsificate nei messaggi di spam, di aver utilizzato computer altrui come sistemi per disseminare lo spam, usare nomi di dominio registrati con false generalità per inviare spam, e fare pubblicità ingannevole.
Ralsky, da tempo indicato dall'osservatorio antispam Spamhaus fra i più pestiferi spammer, non si è limitato a queste nefandezze: ha costituito, secondo l'accusa formale, una "botnet", ossia una rete di computer altrui, resi schiavi infettandoli con virus appositi, e ha usato questi computer per disseminare spam a insaputa dei proprietari legittimi.
Secondo gli inquirenti, con questi sistemi illegali la banda di Ralsky avrebbe raggranellato "circa 3 milioni di dollari soltanto nell'estate del 2005".
Spamhaus sottolinea che l'80% dello spam circolante è riconducibile a circa duecento bande di questo genere, situate principalmente negli Stati Uniti. Nella classifica di Spamhaus c'è un solo nome italiano [rimosso]: è uno spammer, perlomeno secondo il criterio di questa classifica, che richiede l'espulsione da parte di almeno tre provider per violazioni della policy d'uso del servizio.
Sul tema dello spam ho collaborato con la TSI (televisione svizzera di lingua italiana) per un'indagine che ha avuto un momento particolarmente coreografico quando siamo andati a girare in una discarica di rifiuti (tema particolarmente scottante in questi giorni) nel nord Italia, per fare un parallelo fra pubblicità-spazzatura digitale e spazzatura reale.
Le foto, se volete contemplare lo squallore surreale delle immense quantità di rifiuti generate dal modo in cui viviamo, sono su Flickr qui.
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