Il nuovo sistema operativo è progettato per non andare in crash qualunque cosa accada. Ma con Windows ha proprio poco da spartire.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-03-2008]
Spesso - da ultimo in occasione dell'uscita di Vista - si sente qualcuno consigliare a Microsoft di riscrivere Windows da zero al fine di risolvere quei problemi che frustrano gli utenti. Un sistema operativo moderno, nuovo di zecca, potrebbe evitare quelle idiosincrasie tipiche di Windows per le quali non c'è risposta se non un rassegnato "lo fa perché è Windows".
Anche a Redmond sembrano aver pensato qualcosa del genere, e già dal 2003. Il progetto per la creazione di un sistema completamente nuovo si chiama Singularity ed è stato ufficialmente presentato al Microsoft Research TechFest 2008.
A scanso di equivoci bisogna chiarire subito che non si tratta della nuova versione di Windows: il progetto Windows 7 continua a marciare come prima anche se, rispetto alle prime indiscrezioni che indicavano il 2009 come anno di uscita, ora si preferisce parlare del 2011.
Il codice del progetto - che è tuttora in lavorazione - è disponibile su CodePlex, "il sito web di Microsoft che ospita i progetti open source", ed è scaricabile liberamente per scopi accademici o non commerciali.
Tre saranno le novità di progettazione, implementate in un'architettura a microkernel, che permetteranno di ottenere un'affidabilità mai vista prima.
La prima è rappresentata dai Sip (Software-Isolated Processes): ogni componente di un programma verrà isolata dagli altri, per cui ogni pezzo di sistema che vada in crash non trascinerà nessun altro con sé nella rovina. Per chiarire meglio il concetto, i programmatori ricorrono a un'analogia: se a un'auto si rompono i freni, la radio non smette di funzionare. Certo, poter ascoltare della buona musica mentre si corre verso il baratro senza possibilità di fermarsi non è una gran consolazione, ma questo è un altro discorso.
La seconda novità riguarda il modo in cui i Sip comunicheranno tra loro e condivideranno le informazioni, cioè tramite la tecnologia chiamata contract-based channels. In pratica - viene spiegato - viene previsto il modo in cui due processi comunicheranno e i codici sono controllati al momento della compilazione; prima ancora che il codice venga eseguito, i programmatori possono confermare che i processi comunicano correttamente.
L'ultima soluzione è chiamata manifest-based programs. Si vuol far sì che il sistema operativo sia cosciente della composizione, degli scopi e delle risorse di un progrmma; Singularity, insomma, non si limiterà a eseguire del codice, ma si assicurerà che un nuovo programma non entri in conflitto con programmi già presenti.
Jim Laurus, uno dei programmatori, spiega meglio quest'ultimo particolare: "Se si vuole installare un programma su un sistema Singularity, bisogna fornire alcune informazioni su di esso così che possano essere preservate certe proprietà che rendono il sistema più affidabile. Occorre chiarire gli scopi delle parti del programma e come si integrano, e noi controlleremo tutto ciò".
Prosegue Laurus: "Più importante ancora, ci riserviamo il diritto di dire no. Se un certo programma non rispetta le regole stabilite per il sistema, non si potrà installarlo o eseguirlo". Il che è sicuramente un gran bene per la sicurezza, ma lascia involontariamente intravedere scenari piuttosto foschi di un futuro ancora abbastanza lontano.
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