Ibm ha annunciato di aver trovato nella grafite un degno successore del silicio, che permetterà di realizzare chip più piccoli ed efficienti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-03-2008]
Se le promesse di Ibm verranno realizzate, non guarderemo più una matita con gli stessi occhi: la grafite, il materiale che consente loro di svolgere la loro funzione principale (scrivere, non essere mordicchiate) sostituirà il silicio come base per i chip del futuro.
I circuiti di grafite saranno molto più piccoli ed efficienti di quelli attuali. Ci si può quindi chiedere perché non si sia pensato prima di utilizzare questo materiale.
Il motivo è che Ibm è stata la prima, tra tutti quelli che stanno cercando di realizzare la stessa soluzione a trovare il modo di eliminare l'interferenza indesiderata dei segnali elettrici, generata quando si riduce il grafene - una forma di grafite bidimensionale dello spessore di un singolo strato atomico - a dimensioni dell'ordine di appena qualche atomo.
Con effetto Hooge si intende indicare la relazione inversa tra le dimensioni del dispositivo e la quantità di rumore elettrico incontrollato che viene generato: quanto più essi vengono ridotti nelle dimensioni, tanto più cresce il rumore cariche di elettriche che rimbalzando intorno al materiale causano interferenze di ogni sorta, vanificandone l'utilità.
Il dottor Phaedon Avouris, ricercatore di Ibm, spiega: "Su nanoscala, l'impatto sul rumore dell'effetto Hooge è fortemente amplificato, perché le dimensioni si avvicinano ai limiti più piccoli, fino ad appena una manciata di atomi, e il rumore generato può essere maggiore del segnale elettrico che si deve ottenere, rendendo inutile il dispositivo".
Ora, però, i ricercatori hanno annunciato di essere riusciti a sopprimere il rumore nei dispositivi semiconduttori basati su grafene.
La soluzione del problema è dovuta all'uso di due fogli di grafene posti l'uno sopra l'altro anziché di uno solo, com'era avvenuto negli esperimenti precedenti: in questo modo il rumore diventa sufficientemente debole per creare dei semiconduttori efficienti.
Serviranno ancora studi e analisi prima di poter pensare a un'applicazione concreta dalla scoperta, ma la tecnologia sembra molto promettente.
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