Le ricerche di un fisico dell'Ottocento e la tecnologia di oggi permetteranno di realizzare telescopi spaziali più leggeri e dalle migliori prestazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-05-2008]
Anziché utilizzare come primaria risorsa per mettere a fuoco la luce enormi specchi o lenti, che devono comunque sottostare a certi limiti per non superare il carico massimo trasportabile, i prossimi telescopi orbitali potrebbero usare dei fogli di metallo forati secondo precisi schemi e relegare lenti e specchi a un ruolo secondario.
Questa tecnologia sfrutterà il fenomeno della diffrazione della luce: lo schema di buchi presente sul foglio permetterà la messa a fuoco delle immagini secondo un sistema analogo a quello che già viene usato per concentrare i raggi laser ma non è mai stato applicato all'astronomia.
L'idea, elaborata da un gruppo di scienziati dell'Observatoire Midi Pyrénées di Tolosa, prende le mosse dalle ricerche del fisico francese Augustin-Jean Fresnel, vissuto nel XIX secolo, il quale studiò il fenomeno della diffrazione.
Le immagini verrebbero messe a fuoco su un dispositivo lontano parecchi chilometri dal foglio: per questo uno dei problemi sarà il mantenimento di un allineamento pressoché perfetto tra le due componenti del telescopio.
Per questo e altri problemi tecnici, scienziati come Ben Oppenheimer del Museo di Storia Naturale di New York pensa che ci vorrà ancora del tempo prima di poter portare questo tipo di telescopi in orbita: "Non siamo vicini al livello di maturità necessario per proporre una missione spaziale basata su questo".
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