A sostenere che gli indirizzi Ip non basteranno già tra pochi mesi è Vint Cerf, uno dei padri di Internet. E' ormai tempo di accelerare la transizione a Ipv6.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-09-2008]
Vinton Gray Cerf, noto come uno dei padri di Internet per il lavoro di sviluppo dei protocolli di comunicazione Tcp/Ip, ha rilanciato l'allarme: gli indirizzi Ip stanno finendo, e nel 2010 non ce ne saranno altri disponibili.
Da tempo, ormai, si sa che gli indirizzi che seguono lo standard attuale, Ipv4 ,sono insufficienti per poter supportare ancora a lungo il crescente numero di dispositivi connessi a Internet. Per questo Icann, tanto per fare un esempio, ha già avviato la transizione a Ipv6.
La differenza tra una versione e l'altra del protocollo Ip, formato dell'indirizzo a parte (tenere a mente un indirizzo Ipv6 è un'impresa) sta nella quantità: se Ipv4 permette circa 4 miliardi di indirizzi, Ipv6 raggiunge i 340 trilioni di trilioni di trilioni, numero forse più facilmente pronunciabile come 2^128.
Ma se la soluzione esiste già da tempo (la Internet Engineering Task Force l'ha adottata nel 1996) e si chiama Ipv6, perché Cerf è tanto preoccupato da dover esternare una situazione che tutti conoscono bene?
La risposta, probabilmente, è dovuta semplicemente a pigrizia: finché non si arriverà al punto critico - e se Vint ha ragione ci vorranno meno di due anni - nessuno o quasi muoverà un dito. Almeno, questa è la situazione in Europa e Stati Uniti; in Oriente, invece la sperimentazione è già avviata.
I sistemi operativi sono già pronti alla transizione e supportano Ipv6 da anni; si tratta di adeguare, aggiornandolo o sostituendolo, l'hardware.
È in questo che i semplici utenti possono collaborare, mentre aspettano che i grandi prendano le loro decisioni e inizino il passaggio di massa alla nuova versione: se devono acquistare router e apparecchiature di rete, che controllino la presenza del supporto a Ipv6.
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