Negli Stati Uniti i diritti a favore degli autori sono stati fissati a 24 centesimi per ogni brano.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-10-2008]
La Copytyght Royalty Board (CRB), l'ente che negli USA fissa l'ammontare delle royalty in rapporto al prezzo di vendita al pubblico a favore degli aventi diritto, ha deciso di lasciare immodificata la percentuale, ferma a 9,1 centesimi di dollaro da una trentina d'anni; una percentuale un poco più alta sarà dovuta per i brani scaricabili in streaming.
Al contrario la NMPA, cioè la potente National Music Publishers' Association, che raggruppa centinaia di etichette e ne difende gli interessi, pretendeva di alzare a 15 cent la commissione almeno per i brani digitali; mentre com'è ovvio i distributori di musica online, raggruppati nella Digital Media Association (DiMA), ne volevano una riduzione a 4,8 cent.
Alla fine è intervenuto l'accordo a spese di chi scarica le suonerie dei cellulari; e occorre dire che 0,24 dollari per ogni brano, pari a circa 300 delle nostre vecchie lirette, non sono affatto pochi.
Esiste tuttavia qualche dubbio in merito a una modifica nostrana, dove anche le trasparenze, quando esistono, sono velate da nebbie spesse e permanenti; sempre che non intervenga in prossimo futuro il solo aumento delle suonerie. Tanto quello che paga sarà sempre Pantalone.
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