IL TEST DI ZEUS - L'ultima generazione di MacBook, costruita con la tecnica Unibody, unisce ottime prestazioni e robustezza alla semplicità di Mac Os X. L'attenzione per i minimi dettagli vale la differenza di prezzo rispetto a un Pc? Scopriamolo insieme.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-11-2008]
Le attese per i prodotti di Apple, che si tratti di un iPod oppure di un Mac, sono sempre elevate. La colpa è in buona parte di Apple stessa: nonostante alcuni momenti bui, ha abituato i propri utenti ad aspettarsi prodotti belli esteticamente e in cui ogni piccolo particolare rivela delle sorprese, di solito piacevoli.
Proprio questa, probabilmente, è la vera forza dei prodotti della Mela morsicata: l'attenzione anche per i dettagli apparentemente minuscoli. Non si capisce altrimenti come mai qualcuno possa desiderare di spendere le cifre considerevoli che tuttora servono per acquistare un MacBook Pro.
Per capire come mai una volta provato un Mac non si possa proprio desiderare di tornare a Windows bisogna procedere con ordine e assaporare ogni passo della scoperta.
L'ultimo modello di MacBook Pro (nella versione con display wide da 15 pollici) pesa circa 2,5 Kg: abbastanza leggero da poter essere trasportato senza problemi, certo non è un netbook, né ha alcunché a spartire con quella categoria di computer.
Il nuovo case, costruito da un unico pezzo di alluminio tramite la tecnica Unibody (o Brick), è elegante e robusto, dalle linee pulite e praticamente privo di giunzioni: è davvero un corpo unico.
L'organizzazione dei connettori per le periferiche è stata pensata per semplificare all'utente la ricerca di quello giusto: a sinistra ci sono tutte le porte, a destra l'unità SuperDrive e lo slot Kensington.
Sul lato sinistro dunque troviamo il connettore magnetico per l'alimentatore, la porta Ethernet, la Firewire 800 superstite (dai MacBook è scomparsa: è rimasta solo nei Pro), due Usb e una Mini DisplayPort. Vi sono poi gli ingressi e le uscite audio (analogiche e digitali combinate), uno slot ExpressCard e l'indicatore di carica della batteria.
Per sapere a quanto ammonti l'autonomia del portatile, infatti, non è necessario accenderlo; un piccolo pulsante attiva per un breve periodo una fila di otto Led verdi: tanti più se ne accendono, tanto maggiore sarà la carica residua della batteria.
Se l'aver raggruppato tutte le porte su un unico lato ne semplifica la gestione, dall'altro l'estrema vicinanza tra di esse potrebbe impedirne l'uso in certi casi: inserendo una periferica Usb voluminosa, per esempio, si corre il rischio di andare a coprire anche l'unica altra porta Usb.
La parte inferiore presenta una gradita novità per i clienti di Apple: la possibilità di accedere facilmente alla batteria e al disco rigido, che possono dunque essere aggiornati con facilità senza richiedere l'intervento di un centro di assistenza.
Non si vedono da nessuna parte, naturalmente, ma sono presenti la scheda Wi-Fi ((il MacBook integra il supporto allo standard 802.11n draft grazie a AirPort Extreme) e il chip Bluetooth 2.1 con Edr.
Vai a pagina 2 Trackpad, gesture ed ergonomia
Vai a pagina 3 Eleganza e velocità, nel segno di Mac Os
Vai a pagina 4 Due Gpu a bordo: i pro e i contro
Vai a pagina 5 Schermo glossy e durata della batteria
Vai a pagina 6 Considerazioni finali: supera il test di Zeus?
Questa recensione continua: vai alla pagina seguente
Trackpad, gesture ed ergonomia
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
niklair