Il nostro nuovo peccato originale

Con l'emanazione del Regolamento di attuazione della legge n. 248/2000 sul diritto d'autore, il legislatore avrebbe dovuto chiarire gli ambiti di applicazione del contrassegno S.I.A.E. ma, purtroppo, sembra essersi mosso nella direzione opposta.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-12-2001]

Le nuove norme sul contrassegno S.I.A.E. (il famigerato "bollino") previste dalla legge n. 248/2000, a suo tempo ampiamente commentata da ZeusNews, demandavano l'individuazione di tempi, caratteristiche e collocazione dello stesso ad un regolamento di esecuzione del Presidente del Consiglio dei ministri. Ora, il Regolamento (n. 238 del 11.7.01) è stato emanato e la nuova disciplina sul diritto d'autore può dirsi pienamente operativa.

L'avvocato Enrico Bianco di Torino ce ne illustra i punti salienti, evidenziandone le numerose contraddizioni.

"Vediamo innanzitutto le caratteristiche del nuovo contrassegno, meglio noto come "bollino": esso specifica il titolo dell'opera, il nome dell'autore, del produttore o del titolare del diritto d'autore, un numero progressivo e la destinazione del supporto (ad esempio CD o DVD) alla vendita, al noleggio o a qualsiasi altra forma di distribuzione. Già sorgono le prime perplessità: ci si chiede cosa indicare, per esempio, quali titolo, autore e produttore per una raccolta di qualche centinaio di programmi freeware.

Ancora, il bollino deve essere applicato sulla confezione del supporto, ma la S.I.A.E. può autorizzare l'apposizione "sull'involucro esterno della confezione": è appena il caso di osservare come la distinzione tra confezione ed involucro esterno della stessa risulti chiara, forse, soltanto agli estensori del Regolamento.

Infine, i bollini sono rilasciati dalla S.I.A.E.: se, da una parte, la richiesta deve essere corredata di una dichiarazione necessaria a dimostrare che i supporti sono leciti, la stessa S.I.A.E. può richiedere la documentazione comprovante l'effettiva acquisizione dei diritti di sfruttamento dell'opera da parte del richiedente ed eventualmente differire le operazioni di rilascio, anche per la "necessità di verificare, in presenza di seri indizi, circostanze ed elementi rilevanti ai fini dell'apposizione". Insomma, chi per rispettare la legge richiede il rilascio del bollino sembra essere considerato, paradossalmente, con un certo sospetto.

La discrezionalità accordata alla S.I.A.E., poi, è veramente notevole e appena temperata dalla necessità di quei "seri indizi": si direbbe che stiamo parlando di un indagine poliziesca o di un procedimento penale e non del rilascio del bollino...

Naturalmente la S.I.A.E. può sospendere il rilascio per il mancato pagamento dei relativi oneri: questo tanto per ricordarci che il privilegio del bollino si paga: ci mancherebbe ancora che fosse gratis, dal momento che la S.I.A.E., nonostante distribuisca agli autori soltanto 140 miliardi circa dei 1000 incassati ogni anno, è commissariata.

La S.I.A.E. inoltre vigila sull'apposizione materiale del bollino e la relativa rendicontazione dell'attività svolta dal richiedente e del materiale consegnato allo stesso, "con ogni facoltà di verifica". Un ruolo dunque, sempre più penetrante, che mi lascerebbe, personalmente, perplesso anche se la S.I.A.E. fosse realmente un'associazione rappresentativa degli autori o perlomeno della loro stragrande maggioranza: si tratterebbe infatti pur sempre di una discutibile forma di corporativismo.

Questo articolo CONTINUA...

1 - Lo strapotere della S.I.A.E.
2 - Davvero una gran confusione
3 - Povero open source, dimenticato e bistrattato...

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