Un po' per obbligo e un po' per convenienza, il sito di e-commerce sfratta il contestato Assange, che erra in cerca di nuova ospitalità.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-12-2010]
A seguito dei reiterati attacchi DDoS ai server operanti in Svezia e in Belgio, Wikileaks aveva trovato ospitalità proprio in USA, presso Amazon.
Il gioco tuttavia è durato poco e il sito è stato costretto ad accettare un'ulteriore migrazione.
Non si comprende bene quanto, nel convincere Amazon a prendere questa decisione, abbia giocato la convenienza (superamento del numero massimo di connessioni), quanto le pressioni indubbiamente esercitate in alto loco e quanto un diffuso senso di frustrazione e di incombente pericolo, così facile a insorgere nell'americano medio.
Certo è che, finché Assange userà Skype come mezzo per concedere interviste, il contenuto di queste sarà (forse) criptato ma non lo sono gli indirizzi IP dei server di partenza e di transito.
Probabilmente tutti i tecnici informatici - statali e non, in USA e altrove - se appena appena liberi da impegni staranno di vedetta sperando di scorgere per primi il filo di fumo che annunci la presenza del nuovo "pericolo pubblico numero uno".
Non è che Assange abbia assorbito la botta senza reagire: dopo le notizie circa l'abbandono da parte di Amazon, apparse su vari siti web, Twitter ha ospitato la conferma delle pressioni ricevute dal sito di e-commerce: "Ecco la libertà di espressione nel paese della Libertà", si poteva leggere in un tweet.
Più tardi è arrivato l'affondo: "Se Amazon è così a disagio col Primo Emendamento, dovrebbe smetterla di vendere libri".
Stando a quanto comunicato da Associated Press il contestatissimo sito, dopo essersi visto sbattere in faccia la porta da parte del servizio EC2 di Amazon, potrebbe trovare nuovamente ospitalità in Svezia.
Pare inoltre che l'ISP d'oltralpe Octopuce, tramite il sito Cablegate, permetta dalla Francia lo stillicidio degli oltre 250.000 documenti di cui è stata assicurata l'imminente pubblicazione.
Adesso come adesso dovrebbe essere la svedese Bahnhof ad assicurare la visibilità di Cablegate, mentre dall'analisi degli IP sembrerebbe che Wikileaks.org sia ospitato dalla francese OVH. Ma solo fino al prossimo, riuscito, DDoS.
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