Ha senso impegnarsi per l'ambiente se poi si costruisce un veicolo del genere?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-07-2018]
Quando si pensa ad auto rispettose dell'ambiente, difficilmente la prima immagine che viene in mente è quella di un SUV.
Generalmente, a questo tipo di vetture vengono associati grandi consumi e grande inquinamento, oltre che - spesso - insinuazioni non troppo simpatiche verso i loro proprietari.
Per cercare di far cambiare questa percezione (soprattutto, naturalmente, in relazione ai propri modelli) la svedese Volvo ha lanciato una nuova versione del proprio SUV ibrido plug-in XC60 T8, costruita in parte con plastica riciclata.
L'obiettivo di Volvo è arrivare a utilizzare soltanto plastica riciclata per coprire il 25% del proprio fabbisogno entro il 2025, e XC60 T8 vuole ricordare al mondo tale impegno.
All'interno dell'auto, i material i riciclati sono un po' dappertutto. Il cruscotto è in fibra rinnovabile e plastica ricavati da reti da pesca e corde marittime dismesse; i tappeti sono in parte di fibre provenienti da bottigle di PET e cotone ottenuto dagli scarti dell'industria dell'abbigliamento.
Il PET delle bottiglie riappare anche nei sedili, mentre il materiale fonoassorbente posto nel cofano è ricavato dai sedili delle vecchie Volvo.
Il tutto si inquadra nel piano che prevede già dal 2019 la dismissione dell'utilizzo di plastica monouso un tutte le strutture dell'azienda e la vendita di soli veicoli elettrici e ibridi.
Nonostante l'impegno apprezzabile nell'utilizzo di materiali riciclati, certo viene da chiedersi se tale buona intenzione si coniughi bene con la decisione di continuare a produrre veicoli che sono comunque grandi, alti e pesanti, tanto che viene da chiedersi: è un impegno concreto, o si tratta solo di salvare la faccia facendo un po' di greenwashing?
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