Linux, soltanto pregi o anche difetti? - Parte 2

Sarà poi vero che Linux costa più di Windows?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-01-2002]

Il total cost of ownership di Linux è superiore a quello di Windows?

Tempo fa mi è capitato tra le mani un CD prodotto da Microsoft, una sorta di guida alla migrazione da Linux a Windows, in cui tale tesi era sostenuta con forza. Informazione di parte? Chissà...

Ma vediamo di riordinare le idee. Per total cost of ownership (TCO, d'ora in avanti) si intende l'insieme dei costi che devono essere sostenuti per acquisire ed utilizzare qualcosa: nel nostro caso, il sistema operativo. Parte di detti costi (licenze, aggiornamenti, hardware) sono ammortizzabili nel tempo: si sostengono in un dato momento (ad esempio la licenza si paga interamente all'acquisto) ma si può considerare il loro valore ripartito su tutto il periodo di utilizzo. Altri costi, invece, originano e si estendono nel tempo (ad esempio: l'amministrazione del sistema). Ogni considerazione sul TCO, pertanto, va effettuata in una prospettiva dinamica.

Proviamo ad analizzare le principali componenti di costo. Se consideriamo le licenze, dobbiamo immediatamente segnare un punto a favore di Linux, che è gratuito. Se le licenze da acquisire sono parecchie (pensiamo ad esempio ad un'azienda che debba installare diverse decine di computer), le cifre in gioco si fanno assai ragguardevoli. Linux esce vincente anche dal confronto sugli aggiornamenti, altrettanto gratuiti. Inoltre, sappiamo che Microsoft pratica politiche di licenza che tendono a forzare i clienti ad aggiornare il software secondo i suoi obiettivi commerciali (sapevate che la licenza di upgrade per Office XP è venduta solo a chi possiede Office 2000, mentre chi ancora utilizza Office 97 è costretto a ricomperarla a prezzo pieno?); invece la licenza libera GPL di Linux consente di aggiornare con la frequenza desiderata senza nulla dovere ad alcuno. Infine, di Linux non esistono versioni "server" e "workstation": Linux è Linux, ha tutto quello che occorre per gestire i task più complessi ed è l'utilizzatore a configurare il sistema secondo le proprie esigenze: nessuno impone di pagare somme addizionali per avere la stessa cosa, differente soltanto nella configurazione.

Per quel che riguarda i costi hardware, la considerazione immediata è che Linux si accontenta, a parità di prestazioni, di macchine meno dotate. Anche questo è un punto a suo favore; tuttavia, il basso costo dei computer appartenenti alla fascia interessata rende questo specifico aspetto meno interessante di altri. Va rilevato, ad ogni modo, che per l'utente "casalingo" può essere piuttosto ghiotta l'opportunità di riutilizzare un vecchio computer che Windows metterebbe in ginocchio.

Windows può risultare vincente nel breve periodo per la formazione degli amministratori: come ho evidenziato in passato, Linux ha una curva di apprendimento più faticosa. L'esperienza, però, dimostra che nel lungo periodo Linux (ma questa è una caratteristica dei sistemi Unix in genere) permette all'amministratore esperto un'automazione più spinta e può essere configurato e ottimizzato nei minimi dettagli: ciò significa risparmiare tempo, perciò denaro, nella gestione. Inoltre, Linux, per le sue caratteristiche di sistema open, può essere integrato con facilità in ambienti eterogenei. Un esempio? Linux utilizza le partizioni FAT dei dischi, mentre Windows non sa leggere le partizioni Linux. E' verosimile aspettarsi che, considerando la progressione del TCO nel tempo, il confronto si ribalti a favore del Pinguino anche in questo ambito.

Windows presenta minori costi anche per quel che riguarda la gestione delle applicazioni: la procedura di installazione, nella stragrande maggioranza dei casi, si riduce ad un doppio click. Ciò vale, spesso, anche per Linux. Tuttavia, col Pinguino, per alcune applicazioni la procedura di installazione e configurazione risulta spesso un po' più complessa: aiuto, può perfino accadere di dover utilizzare il prompt dei comandi... Esiste però una chiave di lettura interessante: in Linux abbiamo il controllo di quanto accade e siamo "costretti" a capire cosa stiamo facendo. Può disturbare sul momento, ma i vantaggi diventeranno evidenti al verificarsi dei primi malfunzionamenti applicativi.

Un'ultima cosa. Windows, di recente, è stato al centro di numerose polemiche sul livello di sicurezza offerto ai suoi utilizzatori contro i virus, gli attacchi esterni e quant'altro. Secondo Gartner Group, addirittura, sarebbe necessario riscrivere completamente IIS e, in attesa che Microsoft provveda, utilizzare altri sistemi laddove la sicurezza sia un fattore critico. Di più: da ottobre 2001 ad oggi, Microsoft ha rilasciato numerosi aggiornamenti critici per il suo "ultrasicuro" Windows XP. Date tali premesse, non è fuorviante affermare che un amministratore di sistema su piattaforma Windows sia costretto a dedicare una parte considerevole del proprio tempo a consultare reports sulla sicurezza, a visitare il sito Microsoft alla ricerca di aggiornamenti per poi scaricarli e installarli, a rimediare ai guasti prodotti dai vari Nimda, piuttosto che CodeRed, piuttosto che altri ancora. E' tempo improduttivo, che rappresenta costi esorbitanti per le aziende (senza contare i danni economici di vario tipo provocati dai virus) e, per tutti gli utenti, l'impossibilità di utilizzare le proprie macchine per qualcosa di diverso dall'amministrazione di sistema. Sotto questo aspetto Linux è assolutamente vincente, e ciò soltanto basta, secondo me, per affermare che il TCO del Pinguino è largamente conveniente, se confrontato con quello di Windows (nonché, a quanto sembra, con quello dei principali sistemi di "categoria" Unix).

Non sono il solo a pensarla così: una rapida ricerca sul solito Google lo può confermare.

Concludendo...

...vale con ogni probabilità l'affermazione seguente: non è detto che la vita col Pinguino sia tutta rose e fiori, ma, certamente, non è peggio di quella a cui si è costretti in altra compagnia.

L'invito è: provate, e giudicate voi stessi. Il numero di gennaio di "Linux & C." regala il CD di una distribuzione SuSe che può essere eseguita direttamente dal CD stesso, senza necessità di installare nulla sul computer, nè tantomeno di ripartizionarne i dischi, o di affrontare altre perigliosissime peripezie. Non ditemi che, a queste condizioni, non valga neppure la pena di fare una prova.

Questo articolo CONTINUA...

1 - Alla ricerca dei difetti del Pinguino
2 - Linux costa più di Windows?

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