Corrado Calabrò difende il regolamento contro il peer to peer e invoca una riforma attesa da 70 anni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-10-2011]
A Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) non sono mai piaciute troppo le critiche severe sulla proposta di regolamentazione del diritto d'autore presentata a luglio.
Già in agosto aveva provato a difendere, spiegandone i contenuti, il regolamento eppure ancora a settembre le norme contenute sembravano tendere unicamente a colpevolizzare gli utenti pur di salvaguardare il copyright.
In occasione del convegno Italia Audiovisiva: diritto d'autore e creatività Calabrò è tornato sul tema, affermando con decisione che l'Autorità «non vuole diventare lo sceriffo di Internet» e che «nel nostro schema non c'è nessun limite alla libera espressione e diffusione del pensiero: abbiamo scartato in partenza logiche invasive del tipo di quelle adottate in Francia».
«La via giusta sarebbe la riforma del diritto d'autore per adeguarlo all'evoluzione tecnologica in atto. Sono 70 anni che si parla di questa riforma, quanto tempo ancora dobbiamo aspettare?» si chiede il presidente di AGCOM.
Quanto al regolamento, al momento si trova nelle mani delle autorità europee a Bruxelles, le quali faranno sapere che cosa ne pensano entro il prossimo 3 novembre; fino ad allora perdura un «dialogo informale con i blogger e più in generale con il popolo della Rete» sostiene Calabrò.
Nella stessa occasione ha preso la parola anche Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, il quale ha difeso l'importanza del diritto d'autore: «Se vogliamo contenuti di alto livello e alta qualità, qualcuno deve pagare; bisogna riconoscere il diritto d'autore perché se non si protegge il copyright, salta per aria tutto».
«Tra fiction e cinema, nel 2010 abbiamo investito oltre 300 milioni» ha continuato Confalonieri. «C'è chi sfrutta i contenuti senza pagare. La libertà digitale non va persa ma bisogna proteggere i contenuti originali».
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