Yahoo, Netscape, Google, Blogger, Twitter, the Internet Archive, Wikipedia, the Huffington Post, PayPal, Mozilla, Flickr, YouTube, Craigslist, eBay. Tutti gli attori di Internet si scagliano contro la nuova legge antipirateria, voluta dalle major.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2011]
Si sta mobilitando l'intero Web per protestare contro lo Stop Piracy Online Act, la proposta di legge contro la pirateria attualmente in discussione al Congresso degli Stati Uniti.
Presentata lo scorso 26 ottobre, la proposta contiene elementi che conferirebbero alle autorità americane (in particolare il Dipartimento di Giustizia) di intervenire contro tutti i siti che violino le leggi sul copyright, con azioni che vanno dalla rimozione dei contenuti alla violazione del sito.
C'è di più: oltre a mettere in pericolo la pubblicazione di qualsiasi tipo di contenuto tratto da opere protette dal copyright (secondo un'interpretazione diventerebbe illegale persino pubblicare lo screenshot di un videogioco), il SOPA considera responsabili i titolari dei siti tramite i quali la violazione viene commessa. Facebook e YouTube, per esempio, dovrebbero compensare economicamente le major per i contenuti inseriti dagli utenti.
Lo stesso accadrebbe a Google, che avrebbe inoltre l'obbligo legale di monitorare tutti i risultati forniti dalle ricerche, e a Twitter, che dovrebbe tenere sotto controllo tutti i tweet.
Per la sua portata e per le modalità che prevede perché la legge venga rispettata, il SOPA è stato paragonato al grande firewall cinese che, tra le altre cose, crea problemi anche ai contenuti legali, minando il funzionamento della Rete in Cina anche quando non c'è nulla da censurare. L'articolo continua qui sotto.
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Le iniziative nate per fermare SOPA sono diverse: Yahoo, Netscape, Google, Blogger, Twitter, the Internet Archive, Wikipedia, the Huffington Post, PayPal, Mozilla, Flickr, YouTube, Craigslist, eBay e altri ancora hanno inviato una lettera aperta al Congresso in cui esprimono le proprie preoccupazioni e la propria assoluta contrarietà alla legge.
SOPA e PIPA sono accusati di portare quattro minacce fondamentali: bloccare l'innovazione costringendo i fornitori di servizi a monitorare tutto ciò che gli utenti inseriscono; negare ai webmaster il diritto a un giusto processo (chi lancia l'accusa può portare direttamente davanti al giudice l'accusato, senza l'intervento di un terzo soggetto); dare al governo USA il potere di censurare il web con «tecniche simili a quelle usate da Cina, Malesia e Iran»; minare la sicurezza online cambiando la struttura di base di Internet.
«La censura dell'infrastruttura di Internet causerà inevitabilmente errori di rete e problemi di sicurezza» scrivono i firmatari della lettera. «La proposta attuale minaccia coloro che creano sistemi Internet o offrono servizi che non sono automaticamente in regola con le azioni censorie del governo».
«Quando progettammo Internet, le nostre priorità erano affidabilità, robustezza e la minimizzazione dei nodi problematici o di controllo».
A queste proteste si aggiungono quelle di Jimbo Wales, fondatore di Wikipedia, il quale sta meditando di indire uno sciopero dell'enciclopedia online sul modello di quello attuato dall'edizione italiana contro il ddl intercettazioni.
La Electronic Frontier Foundation è ugualmente attiva (e definisce SOPA come «la nuova guerra di Hollywood contro la libertà del software e l'innovazione in Internet»), e Kaspersky Lab ha minacciato di lasciare la Business Software Alliance per protesta se i disegni di legge non saranno ritirati.
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