Ricercatori del CNR scoprono una nuova tecnica per condurre l'esame del carbonio 14.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-01-2012]
Per calcolare l'età di reperti organici, da alcuni decenni si fa affidamento sull'esame dal carbonio 14.
Si tratta di calcolare la quantità di questo isotopo del carbonio presente nel campione sottoposto ad analisi: dato che il carbonio 14, come il carbonio "normale", entra negli organismi con la respirazione (la sua assunzione, dunque, si interrompe con la morte) e ha un tempo di dimezzamento noto, sapere quanto ne è rimasto in un reperto permette di stabilirne l'età.
L'esame, a oggi, è costoso e richiede apparecchiature complesse e ingombranti: «Nell'analisi con spettrometri di massa, ciascun atomo di carbonio deve essere "estratto" dalla molecola di anidride carbonica che lo contiene e che viene prodotta con la combustione dei reperti» - spiega Paolo di Natale, del CNR. «Poiché in natura solo una molecola ogni mille miliardi contiene radiocarbonio invece di carbonio "normale", è però necessaria una grande sensibilità per misurarne la quantità». L'articolo continua qui sotto.
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«La nuova metodologia» - racconta Davide Mazzotti, uno degli autori dello studio che ha portato alla scoperta - «si basa su una tecnica spettroscopica ad altissima sensibilità, denominata Scar (saturated-absorption cavity ring-down): potrà consentire la rivelazione di molecole in concentrazione estremamente ridotta, con importanti ricadute in settori quali il monitoraggio dei cambiamenti climatici, il controllo dell'inquinamento ambientale, la ricerca medica, la rivelazione di sostanze tossiche o pericolose, ad esempio per la sicurezza di porti e aeroporti. O per raffinati test delle attuali teorie di fisica fondamentale».
«La radiazione infrarossa viene riflessa tra due specchi tra i quali è contenuto il gas da analizzare. In questo modo la luce attraversa migliaia di volte le stesse molecole di anidride carbonica da misurare, che equivale a moltiplicare per migliaia di volte la quantità di molecole disponibili e ad aumentare così la "sensibilità" di misura» continua il collega Iacopo Galli.
Il funzionamento di questa tecnica è già stato sperimentato al LENS (European Laboratory for Non-Linear Spectroscopy) di Sesto Fiorentino.
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