Leggendo le onde cerebrali dei moderatori, identificherà al volo i contenuti a luci rosse.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-07-2022]
Da circa settant'anni, la pornografia in Cina è vietata. A tenerla fuori dalla Rete pensano alcuni algoritmi di intelligenza artificiale e un esercito di moderatori, i quali hanno il compito di valutare se un'immagine o un video siano classificabili come pornografia oppure no.
Gli algoritmi sono rapidi e instancabili, ma non precisissimi; gli esseri umani sono invece molto più precisi ma anche lenti e soggetti alla stanchezza; inoltre, quando iniziano a cedere, anche le loro prestazioni diminuiscono.
Così, come segnala il South China Morning Post, alcuni ricercatori dell'Università Beijing Jiaotong hanno ideato uno strumento che permetta di sfruttare la precisione degli esseri umani senza al tempo stesso dipendere dal loro lento giudizio cosciente.
Battezzato "casco antiporno", il dispositivo è in sostanza una cuffia con elettrodi atta a captare le onde cerebrali e, in particolare, quelle che indicano che il soggetto sta vedendo della pornografia.
Secondo i test, condotti su 15 volontari maschi tra i 20 e i 25 anni, il sistema avrebbe funzionato perfettamente, poiché sarebbe stato capace di identificare tutte le immagini pornografiche; avrebbe però anche rilevato come "porno" immagini del tutto innocenti.
I falsi positivi, a detta dei ricercatori, sarebbero dovuti alla carenza di materiale sul quale "istruire" i soggetti, poiché la pornografia è evidentemente già ora difficile da trovare in Cina.
Se il sistema venisse approvato per l'uso da parte dei moderatori (che oltretutto sono per lo più moderatrici, e viene da chiedersi se perciò ci saranno differenze nell'efficienza dell'apparecchio), ciascuno indosserà il proprio casco antiporno e si vedrà sottoporre molte immagini in rapida successione: non dovrà infatti perdere tempo a decidere e a catalogare personalmente il materiale, ma il casco farà tutto da sé in base a quanto registrerà.
In questo scenario, più ancora che la completa sparizione di quel poco di pornografia che circola in Cina, a preoccupare è la possibilità che la tecnologia sviluppata ora serva in futuro a sistemi di controllo più sofisticati.
Già adesso diverse aziende cinese (attive per lo più nei settori delle costruzioni, della manifattura, dei trasporti) controllano il grado di attenzione dei loro dipendenti tramite algoritmi che ricevono i dati ricevuti da sensori inseriti nei caschi, allo scopo di mantenere alta la produttività e ridurre gli incidenti.
Viene da chiedersi, ipotizzando uno scenario distopico - ma non impossibile - se verrà un giorno in cui ciascuno dovrà indossare un casco con cui il datore di lavoro - o lo Stato - controllerà pensieri ed emozioni.
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