Reporters Sans Frontières: anno nero per i netcitizen

Sono aumentati gli arresti di blogger e le violenze contro gli attivisti in Rete.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-03-2012]

reporters sans frontieres nemici internet

«Un anno di violenza senza precedenti contro i cybercittadini»: così l'ultimo rapporto stilato da Reporters Sans Frontières ha definito il 2011.

Il perché è presto detto: «In 5 sono stati uccisi mentre gli arresti sono stati ben 200, includendo i blogger, con un aumento del 30% rispetto all'anno precedente. Un bilancio record che rischia di divenire ancor più pesante tenuto conto anche della cieca violenza adoperata dalle autorità siriane. A oggi, sono 120 i cyber dissidenti ancora in prigione».

Il rapporto, pubblicato nella Giornata mondiale contro la censura che si è tenuta ieri, contiene l'elenco aggiornato di quelli che RSF definisce «i nemici di Internet», ossia quegli Stati che filtrano o bloccano la libertà di parola in Rete.

Non si tratta soltanto di elencare quei Paesi che notoriamente censurano Internet - dall'Arabia Saudita alla Cina, dalla Corea del Nord a Cuba, dall'Iran alla Siria, oltre alle new entry Bahrein e Bielorussia e a molti altri - ma anche di valutare quegli Stati che, nominalmente democratici, impongono una forma di controllo sulla Rete.

Accanto ai regimi tirannici vi sono infatti quei governi che adottano «misure sproporzionate per proteggere il copyright», arrivando a violare la privacy degli utenti e menomando le loro possibilità di collegarsi alla Rete per combattere chi scarica illegalmente materiale protetto dal diritto d'autore.

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È interessante notare come Reporters Sans Frontières sia preoccupata anche dal cosiddetto diritto all'oblio, che può diventare pericoloso per la net neutrality e la libertà di parola online.

Il riferimento è alla proposta, avanzata dal Commissario europeo Viviane Reding, per la creazione di una direttiva che permetta a chiunque di richiedere la cancellazione di tutti i dati di natura personale presenti in rete, a fronte di «ragioni legittime».

Ciò potrebbe, secondo Reporters Sans Frontières, essere difficile da far concordare con i concetti di libertà di espressione e informazioni: in particolare, l'organizzazione teme che la direttiva crei norme «difficili da implementare nella pratica» e imponga «obblighi impossibili agli editori di contenuti e alle aziende di hosting: la cancellazione completa dei contenuti online».

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