Dalle reti per catturare i rottami ai rimorchiatori spaziali, per l'Ente Europeo è arrivata l'ora di ripulire i cieli.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-10-2012]
La cosiddetta "era spaziale" ha da poco compiuto 55 anni (per convenzione, se ne fissa l'inizio il 4 ottobre 1957) ma, in un periodo relativamente così breve, ha già prodotto un quantitativo di rifiuti impressionante.
Il guaio vero, però, è che questi rifiuti continuano a orbitare intorno alla Terra (circa 650 km sopra le nostre teste): secondo la NASA ce ne sono circa 19.000 con dimensioni superiori ai 10 centimetri, 500.000 con dimensioni tra 1 e 10 centimetri e decine di milioni di rifiuti più piccoli di un centimetro.
Tutti sono pericolosi: gli scontri - con i satelliti, la ISS e le varie missioni spaziali - diventano sempre meno una remota possibilità e sempre più un'inevitabile certezza, senza contare la possibilità che apparecchi malfunzionanti e magari carichi di sostanze pericolose (come l'idrazina, usata per la propulsione) cadano sulla Terra.
Così, l'Ente spaziale europeo (ESA) ha deciso di intervenire, studiando due modalità di intervento.
La prima - come spiega Franco Ongaro, direttore del Centro per la ricerca scientifica e tecnologica dell'Esa (Estec) - «si preoccupa dell'impatto delle attivita' spaziali sulla Terra» (per esempio spingendo per l'abbandono delle sostanze pericolose come la già citata idrazina); la seconda invece si occupa di trovare sistemi per eliminare i rifiuti più ingombranti che al momento orbitano oltre i 650 km.
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Si parla di reti che potrebbero essere utilizzate per recuperare i rottami e di "rimorchiatori spaziali" per trainare quelli più grossi; una volta accertatane la mancanza di pericolosità, per l'eliminazione si potrebbe semplicemente far sì che precipitino sulla Terra, lasciando all'atmosfera il compito di disintegrarli.
Nel dettaglio, le proposte saranno avanzate ed esaminate alla prossima conferenza dell'ESA, fissata per novembre.
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