Colpite anche le infrastrutture italiane.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-07-2014]
I figli e i nipoti di Stuxnet hanno iniziato a darsi da fare ma, a differenza del loro progenitore, hanno obiettivi più ampi.
Se Stuxnet era stato studiato per sabotare le centrifughe nucleari iraniane, i suoi epigoni puntano alle infrastrutture di molti Paesi, tra cui anche l'Italia.
È questo il caso per esempio di Dragonfly, un gruppo di hacker che adopera tattiche di phishing e trojan per compromettere in particolar modo la rete elettrica ed è attivo per lo meno dal 2011.
La scoperta dell'esistenza di Dragonfly si deve a Symantec, che ne ha anche descritto le modalità di attacco e i pericoli: al momento gli hacker si sono limitati allo spionaggio, ma l'accesso ai sistemi avrebbe permesso loro, se soltanto lo avessero voluto, di compromettere e sabotare la rete elettrica.
I bersagli principali di Dragonfly sono la Spagna e gli Stati Uniti, ma tra essi vi sono anche Francia, Italia, Germania, Turchia, Polonia, Romania, Grecia e Serbia.
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Secondo Symantec i cybercriminali hanno la propria base nell'Europa dell'est; l'ipotesi sembra confermata dal fatto che le attività sono maggiormente intense nelle ore che vanno dalle 9 del mattino alle 6 del pomeriggio secondo il fuso orario UTC+4.
Gli attacchi sono avvenuti tramite diversi sistemi: l'invio di allegati infetti, la compromissione di software legittimi e la violazione di siti web allo scopo di infettare con del malware i sistemi dei visitatori.
Inoltre, per giungere alle grandi aziende che gestiscono la rete elettrica, gli hacker hanno preso di mira i piccoli produttori che costruiscono i componenti degli impianti: infettando il software di controllo di questi prodotti sono riusciti ad accedere alle reti informatiche dei bersagli più "succulenti".
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