La tecnologia dei dischi ottici aumenta l'efficienza delle celle fotovoltaiche di oltre il 20%.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2014]
I Blu-ray, supporto d'elezione per i contenuti in alta definizione, sono nati in un periodo sfortunato: dopo aver vinto la guerra contro gli HD-DVD, hanno visto che la loro popolarità non decollava come avrebbero desiderato poiché stava iniziando l'era dello streaming.
Adesso però hanno la possibilità di riprendersi la rivincita, dimostrandosi essenziali in un settore che nessuno avrebbe potuto prevedere: il fotovoltaico.
Il professor Jaixing Huang, della McCormick School of Engineering and Applied Science, ha infatti scoperto che i Blu-ray rappresentano la chiave per aumentare l'efficienza delle celle fotovoltaiche di ben il 21,8%.
La scoperta è stata descritta su Nature Communications ed è davvero sorprendente.
Bisogna tenere presente che, quando si realizza una cella solare, si ha cura di far sì che la superficie non sia liscia poiché le imperfezioni rendono più efficiente il modo in cui la luce viene dispersa, migliorando in tal modo l'efficienza complessiva della cella.
La sfida per gli scienziati sta quindi nel realizzare la superficie più adatta per ottenere la massima efficienza con la minima spesa.
|
È qui che entrano in gioco i Blu-ray: i ricercatori della McCormick hanno scoperto che lo schema presente sulla superficie dei dischi - i picchi e gli avvallamenti che rappresentano i dati - è ottimale per essere usata in una cella fotovoltaica.
«È come se gli ingegneri elettronici e gli informatici che hanno sviluppato la tecnologia Blu-ray avessero fatto inconsciamente anche il nostro lavoro» ha commentato Huang.
Gli scienziati hanno fatto dei test con vari Blu-ray contenenti film, cartoni animati, documentari e, in generale, molti contenuti diversi; ma non sono i contenuti a fare la differenza, poiché la caratteristica chiave sta nella tecnica di compressione dei dati.
Gli algoritmi adoperati, infatti, creano quella che pare una sequenza casuale di 0 e 1 (i picchi e gli avvallamenti incisi sul disco), e il numero di 0 e 1 consecutivi è limitato dai controlli di ridondanza: ci sono sempre dai due ai sette 1 o 0 consecutivi, mai più né meno.
Queste due caratteristiche portano a creare uno schema quasi casuale di picchi e avvallamenti di dimensioni lunghi tra i 150 (due 1 o due 0) e i 525 nanometri (sette 1 o sette 0); una dimensione che, si è scoperto, funziona benissimo per intrappolare la luce solare.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
gomez