Nel nome del diritto all'oblio la piattaforma di microblogging blocca i servizi che rivelavano i tweet cancellati dai politici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-08-2015]
La privacy vince sulla trasparenza: in base a questo principio, Twitter ha ritirato l'accesso al proprio archivio che aveva garantito a Politwoops, che per tre anni ha svelato i tweet pubblicati e poi cancellati dai politici.
Politwoops considerava la propria attività come un servizio alla trasparenza e un monito per i politici, che a causa della sua presenza non potevano fare affermazioni pubbliche e poi rimangiarsele, magari affermando che erano state riportate erroneamente o addirittura mai pronunciate.
Ora, però, Twitter ha deciso di revocare a Politwoops l'accesso alle API che consentivano al sito di pescare i tweet cancellati; quindi, a cascata, ha fatto lo stesso con 31 account che sul modello di Politwoops pubblicavano i messaggi postati e poi cancellati da politici e diplomatici di diverse parti del mondo.
La decisione ha immediatamente scatenato le proteste non solo dei gestori dei siti che si sono trovati a non poter più operare ma anche di quanti hanno a cuore la trasparenza e accusano Twitter di voler così privilegiare alcuni utenti soltanto perché si trovano in posizione di potere.
Dal canto proprio, il social network ha risposto che si tratta di una questione di privacy e che la decisione è stata presa in seguito a «un'approfondita discussione interna e dopo aver considerato seriamente un certo numero di fattori».
«Riuscite a immaginare» - ha proseguito Twitter - «quanto sarebbe snervante e persino terrificante un tweet se fosse immutabile e irrevocabile? Nessun utente merita quella capacità più di altri. Senza dubbio, cancellare un tweet è un'espressione della voce dell'utente».
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Di contro, il direttore della Open State Foundation, Arjan El Fassed, ribatte che «Ciò che i politici eletti dicono pubblicamente è una questione di documentazione pubblica. Anche quando vengono cancellati, quei tweet fanno parte della storia parlamentare. Ciò che i politici dicono in pubblico dovrebbe essere disponibile a tutti. Non stiamo parlando di refusi ma di una possibilità unica di comprensione di come i messaggi dei politici possono cambiare senza preavviso».
Secondo alcuni commentatori il nocciolo della questione non riguarda tanto i principi di trasparenza, privacy o diritto all'oblio, quanto una necessità che per Twitter è più pressante: dato che la crescita del numero di utenti non soddisfa le attese, il social network starebbe cercando di non alienarsi per lo meno le simpatie degli utenti più in vista, che hanno un alto numero di follower e che sono, per la piattaforma, più importanti di quelli che protestano.
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