La sostituta Pm di Imperia sarà indagata dal Csm: aveva espresso su Facebook apprezzamenti sull'attore Garko coinvolto in un'inchiesta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2016]
Un pubblico ministero donna che indaga su un fatto che coinvolge un attore sex-symbol può esprimere apprezzamenti positivi su di lui? È una domanda a cui dovrà rispondere il Consiglio Superiore della Magistratura e, in particolare, la Commissione disciplinare che vigila sul comportamento dei magistrati affinché sia sempre decoroso e rispettabile.
La sostituto Pm di Imperia Barbara Bresci, peraltro una bella signora, era accorsa, alla vigilia del Festival Di Sanremo, sul luogo di un'esplosione di una villetta dove era ospite l'attore tv Gabriel Garko, famoso per il suo fisico scultoreo. L'attore, che poi avrebbe presentato il Festival, era rimasto leggermente ferito mentre la proprietaria, purtroppo, era deceduta. Garko era quindi oggetto dell'inchiesta giudiziaria sullo scoppio come testimone e parte offesa.
La magistrata aveva espresso apprezzamenti (non volgari) sulla bellezza dell'attore conosciuto in occasione dell'inchiesta sulla propria bacheca Facebook, condivisi da sue amiche, e poi lo aveva difeso in discussioni on line a proposito della sua presunta e mai da lui dichiarata omosessualità.
Per questo la magistrata non era sfuggita a una reprimenda pubblica del suo capo diretto e ora a un'inchiesta disciplinare dell'organismo di autogoverno della magistratura; si potrà difendere nominando un alto magistrato come suo difensore e per questo, a spese dello Stato, si potrà assentare dal lavoro e recarsi a Roma. La magistrata rischia un'ammonizione, o anche la perdita di una parte dell'anzianità.
È possibile che il Csm approfitti dell'occasione per istituire un gruppo di lavoro che proponga al plenum del Csm una policy del comportamento che i magistrati dovrebbero tenere sui social network: per esempio astenersi dal commentare fatti relativi a persone coinvolte da indagini da loro dirette, o che riguardano l'ufficio di cui fanno parte e, più in generale, da commenti su processi in corso e su imputati. Al momento non esiste una policy specifica nemmeno per i componenti del Csm che, in parte sono magistrati, in parte giuristi non magistrati ma avvocati eletti dal Parlamento.
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