Dropshipping, sextortion, cryptoscam: trappole e truffe
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-11-2023]
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Dropshipping, cos'è e cosa si rischia
È l'una e mezza di notte: squilla il telefono, e una voce angosciata mi chiede aiuto. È un ragazzo che è appena stato vittima di una sextortion: è stato contattato online da una bella ragazza sconosciuta, che in videochiamata su un social network si è esibita spogliandosi e gli ha proposto di fare altrettanto. Lui lo ha fatto, ma poi ha scoperto che la ragazza disinibita era solo un'esca pilotata da un criminale, che ora lo ricatta pretendendo soldi per non pubblicare la registrazione di quello che ha fatto il ragazzo davanti alla telecamera.
È un copione classico, che però continua a fare vittime, per cui è il caso di ripassare i consigli degli esperti su come comportarsi quando è troppo tardi per parlare di prevenzione e ci si rende conto di essere finiti in una trappola del genere.
Prima di tutto, non pagate: è inutile e la Prevenzione Svizzera della Criminalità lo sconsiglia esplicitamente, spiegando che "pagare il riscatto non garantisce che le immagini o i filmati non siano pubblicati comunque. Inoltre, spesso, l'estorsione continua anche dopo il primo pagamento con la pretesa di una somma superiore." Conviene invece interrompere subito i contatti, cancellarli dalla lista degli amici e non rispondere a nessun messaggio proveniente dal ricattatore. Se il video è stato pubblicato, contattate la piattaforma social che lo ospita e chiedetene immediatamente la rimozione. Queste piattaforme sono molto sensibili al problema e di solito agiscono molto rapidamente.
La Prevenzione Svizzera della Criminalità raccomanda inoltre di raccogliere tutti i mezzi di prova, "le immagini e i filmati oggetto dell'estorsione, i dati di contatto dei ricattatori e della donna, tutti i messaggi ricevuti da costoro (sequenze di conversazione via chat, e-mail ecc.), le indicazioni per il versamento del riscatto" e poi sporgere denuncia, dato che l'estorsione "è un reato perseguibile d'ufficio" e quindi "la polizia è tenuta a avviare le indagini non appena viene a conoscenza di un caso".
[Il sito della PSC dice testualmente: "La sextortion comporta sempre un tentativo di estorsione nei confronti della persona filmata. Dato che l'estorsione ai sensi dell'articolo 156 CP è un reato perseguibile d'ufficio, la polizia è tenuta a avviare le indagini non appena viene a conoscenza di un caso"]
Andare a denunciare una situazione del genere, specialmente se si è giovanissimi e magari in una situazione familiare poco aperta a queste questioni, è difficile. Ma se può essere di conforto, si tratta di comportamenti molto diffusi e soprattutto non punibili dalla legge. La Prevenzione Svizzera della Criminalità, infatti, precisa sul suo sito che "la giustizia persegue i reati e non le debolezze umane", e qui l'unico reato è quello commesso dai criminali che stanno compiendo l'estorsione.
Alle raccomandazioni delle autorità posso aggiungere qualche suggerimento dettato dall'esperienza, visto che richieste di aiuto di questo genere mi capitano spesso. Il primo suggerimento è che rendere privati i propri profili social è utile, ma non conviene chiuderli completamente.
Il secondo, più importante, è che il punto debole dei criminali è che se resistete alle loro richieste di pagamento, il vostro video intimo per loro non vale più nulla e diventa anzi una perdita di tempo. Inoltre sanno che se lo pubblicano su una piattaforma social, verrà rimosso molto rapidamente dai filtri automatici e il loro account verrà bloccato e dovranno aprirne un altro. E se pubblicano il video altrove, a quel punto è ovviamente inutile che paghiate il riscatto, per cui normalmente si limitano a minacciare la pubblicazione. Dato che di solito hanno molte vittime di cui si stanno occupando contemporaneamente, è molto probabile che se opponete resistenza vi lasceranno perdere, senza pubblicare il video neppure per ripicca. A modo loro, sono professionisti, e non hanno tempo da perdere con gesti inconcludenti. Se considerate tutte queste cose, diventa più facile rendersi conto di essere tutto sommato in una posizione di forza, nonostante le apparenze.
E giusto per dare un'idea di quanto siano cinici e di quanto sia inutile pagare nella speranza di eliminare i video, vi segnalo un caso recentissimo che mi è capitato: un altro ragazzo, oggi ventunenne, è stato contattato da dei criminali che hanno minacciato di pubblicare un suo video intimo ottenuto con questo inganno anni prima da altri truffatori. Il ragazzo all'epoca aveva pagato, ma i criminali, invece di distruggere il video, lo hanno rivenduto ad altri malviventi, aggiungendo guadagno al guadagno. Il nuovo tentativo di estorsione, comunque, è stato respinto.
[NOTA: queste raccomandazioni valgono specificamente nel caso di criminali che agiscono a scopo di estorsione. Purtroppo esistono anche persone che usano la stessa tecnica per ricattare persone molto giovani e indurle a sottoporsi ad abusi personali durante incontri diretti con i ricattatori, come in questo caso britannico in cui un uomo di 24 anni si è finto una ragazzina sui social network, adescando ragazzi da 11 a 16 anni e facendosi mandare immagini intime che minacciava di diffondere se le vittime non assecondavano le sue richieste]
Dato che questi comportamenti riguardano fasce d'età sempre più giovanili, non è mai troppo presto per parlarne in famiglia e mettere in guardia contro questo genere di ricatto, messo in atto con ragazze molto convincenti che sono complici dei criminali. Anche qui, la prevenzione è sicuramente meglio della cura, e magari evita una telefonata di panico all'una e mezza di notte.
Fonti aggiuntive: Polizia Cantonale del Canton Ticino, Centro nazionale per la cibersicurezza NCSC, Prevenzione Svizzera della Criminalità, BBC.
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