Per combattere la pedopornografia l'Unione Europea ha autorizzato l'Europol a fare scansioni in remoto dei dischi rigidi dei sospettati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-12-2008]
Il piano quinquennale di potenziamento dell'Europol al fine di contrastare il crimine in Internet nasconde un lato che, se non è oscuro, desta almeno qualche preoccupazione.
Tra i compiti principali dell'ufficio di polizia europeo, infatti, vi è la lotta alla pedopornografia: secondo l'Unione Europea "la metà di tutti i crimini perpetrati via Internet coinvolge la produzione, la distribuzione e la vendita di materiale pedopornografico". Colpire questo tipo di criminali è dunque considerata una priorità.
Fin qui andrebbe più che bene. Il problema è che tra i mezzi a disposizione dell'Europol per porre fine al fenomeno (secondo quanto denunciato dal sito inglese The Register e come si può leggere chiaramente in questa nota) ci sarebbero delle "perquisizioni da remoto" sui dischi rigidi dei sospettati.
Tutto questo, raccomanda il Consiglio dei ministri europeo, dovrà avvenire nel rispetto delle regole già esistenti e in particolare le leggi sulla privacy vigenti nei vari Paesi.
Ammesso che questi paletti vengano mantenuti, come al solito ci saranno quelli che diranno di non avere nulla da nascondere; ma dovremmo tutti domandarci se sia lecito consentire tali libertà alle forze di polizia, con la scusa di voler combattere un crimine certamente odioso come è la pedofilia.
I criminali più incalliti saranno probabilmente ben attenti a usare tutte le misure di sicurezza necessarie, compresa la conservazione del materiale incriminato su un sicuro e irraggiungibile disco esterno.
A farne le spese saranno gli innocenti che saranno indagati e trojanizzati.
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