Un dipendente della maggiore televisione privata francese scrive a un deputato per protestare contro la legge sulla pirateria: l'emittente lo caccia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-05-2009]
Lo scorso febbraio Jérôme Bourreau-Guggenheim, dipendente della televisione privata francese TF1 (uno dei maggiori network privati di Francia) decide di elevare una protesta contro la cosiddetta "dottrina dei tre schiaffi" - recentemente bocciata, almeno temporaneamente, dal parlamento europeo - propugnata dal presidente Sarkozy.
Scrive così un'email al parlamentare eletto nella propria circoscrizione, Françoise de Panafieu (membro del partito di maggioranza, l'Ump) esprimendo tutta la propria contrarietà al disegno di legge e mostrando di essere competente nel campo anche grazie alla propria posizione lavorativa di capo dell'innovazione del sito di TF1.
Bourreau-Guggenheim invia la missiva dal proprio indirizzo Gmail - privato, dunque - senza indicare il messaggio come "confidenziale": de Panafieu, trovandolo interessante, si sente quindi libero di mostrarlo al Ministro della Cultura, Christine Albanel, promotrice della legge contestata.
A questo punto della storia - siamo ormai alla metà di aprile - Bourreau-Guggenheim si è ormai quasi dimenticato dell'e-mail inviata a De Panafieu, ma la cosa torna a galla quando i dirigenti di TF1 gli comunicano - mostrandogli una copia del suo stesso messaggio - che è stato licenziato per "forte divergenza con la strategia" dell'emittente.
Il caso, esploso ora in seguito alle dichiarazioni fatte da Bourreau al quotidiano Libération, coinvolge non solo TF1 - che ha licenziato un suo dipendente a causa delle opinioni da questi espresse in un'email privata - ma anche il Ministro per la Cultura.
Christine Albanel s'è già chiamata fuori, definendo "esagerata" la reazione dell'emittente, sostenendo di non aver mai chiesto il licenziamento di Bourreau e dichiarando di aver passato l'email a TF1 a scopo meramente informativo.
L'avvocato dell'ex dipendente di TF1 ha intanto fatto sapere che si rivolgerà all'autorità contro le discriminazioni, Halde: "secondo lo statuto dei lavoratori, un dipendente non può essere discriminato a causa delle sue opinioni politiche".
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merlin