Semplice e irreversibile come un colpo di pistola alla tempia, un sito permette di cancellare definitivamente il proprio profilo sui social network. Ma Facebook lo blocca.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-01-2010]
Abbiamo tutti nella mente il ricordo della struggente morte progressiva di Hal, il computer assassino di Odissea nello spazio disattivato perché ormai fuori controllo; altrettanto si starebbe verificando per quanto riguarda i social network, che nonostante le promesse dei gestori rendono pressoché impossibile abbandonarli cancellando tutte le proprie referenze.
Del resto, sarebbe strano si verificasse il contrario; programmi belli, accattivanti, facili da usare e soprattutto gratuiti, sono in realtà veri e propri collettori di informazioni personali e riservate dei propri utilizzatori, come ormai tutti sanno; il problema perciò non può essere ristretto al puro e semplice disuso in attesa che i propri dati diventino obsoleti, ma occorre un "cancellino" di altrettanto agevole impiego e alla portata di tutti.
Sino a ieri pressoché impossibile l'abbandono, è ora attivo un sito denominato Web 2.0 Suicide Machine (Macchina per suicidarsi nel Web 2.0) che permette gratuitamente a tutti quelli che non ne possono più di Myspace, Facebook, Twitter, LinkedIn e compagnia bella di uscirsene una volta per tutte dalle piazze virtuali che in breve sono state percepite come vere e proprie prigioni dalla sbarre invisibili.
Il dubitativo è d'obbligo; non tanto perché non c'è modo di controllare le asserzioni, quanto perché per cancellare il proprio profilo occorre fornire al gestore i dati che ne permettono l'accesso; in sostanza, nulla garantisce che il profilo non venga "fotografato" prima di essere distrutto, ovvero che venga semplicemente spostato su pagine irraggiungibili dal titolare in attesa di futuri utilizzi che sarebbero comunque illeciti perché non autorizzati dal "suicida".
D'altra parte l'invito dl gestore è accattivante, confermando il comune sentire circa le possibili violazioni delle libertà individuali effettuate dai social network, a cominciare dalle difficoltà di cancellarsi; e dà il tocco finale col pennello della (asserita) sincerità, dichiarandosi consapevole delle difficoltà psicologiche in cui potrebbero dibattersi gli utenti dopo essersi privati dell'oggetto del loro amore/odio.
Un'avvertenza per l'uso: "Attenzione, una volta avviato il suicidio virtuale, la progressione è inarrestabile". Nulla da eccepire, purché effettivamente si tratti di un suicidio assistito e non di un trasferimento d'urgenza del presunto cadavere in una clinica convenzionata e specializzata in asportazione e trapianto d'organi.
Tuttavia Facebook non approva l'utilizzo della Suicide Machine e da qualche giorno ha bloccato l'accesso da quel sito. In pratica, non è più possibile "suicidare" il proprio account. Un rappresentante di Facebook ha dichiarato: "Facebook permette a chi non vuole più utilizzare il sito di disattivare il proprio account, oppure di cancellarlo completamente. La Web 2.0 Suicide Machine raccoglie le credenziali di accesso e di cancellare le pagine di Facebook, che è una violazione della nostra policy, pertanto l'abbiamo bloccata."
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
digirun