Un bug esistente da tempo consentirebbe di convalidare un pagamento o un prelievo, bypassando il controllo del codice segreto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-02-2010]
Tutti avevano salutato con un sospiro di sollievo la comparsa del microprocessore sulle tessere bancomat e sulle carte di credito al posto della banda magnetica, considerata insicura, facilmente smagnetizzabile e comunque in grado di memorizzare soltanto pochi dati.
Il nuovo standard individuato con l'acronimo EMV - richiamante la collaborazione tra Europay, Mastercard e Visa, cioè tra le principali aziende di pagamento elettronico a livello mondiale - è ormai datato, essendo stato studiato nel lontano 1993.
Ha consentito tuttavia non solo transazioni sicure, ma anche la memorizzazione di altri dati non del tutto accessori rispetto ai dati identificativi del conto e del suo titolare, quali i dati di accesso, gli eventuali punteggi dei concorsi a premio e, più o meno palesemente, i destinatari degli accrediti e dei pagamenti.
Solo le transazioni telematiche rimarrebbero sicure, non coinvolgendo l'uso del PIN; il possibile attacco si baserebbe infatti nell'intercettazione del numero identificativo tra il chip della carta e il terminale.
In sostanza per portare a temine il furto occorrono sia una carta di credito valida sia adeguate attrezzature e conoscenze informatiche: premesse difficili ma non impossibili.
Ma il vero rischio, in caso di abuso, sarebbe dimostrare la buona fede del titolare, poiché il sistema memorizzerebbe l'operazione come se il PIN fosse stato effettivamente e correttamente digitato.
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