Gli esseri umani scrivono in maniera più complessa e varia rispetto a un algoritmo: GPTZero si basa su questa evidenza per distinguere gli autori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-01-2023]
C'è chi passa gli ultimi giorni dell'anno tra vacanze e festeggiamenti, a malapena ricordando la data, e chi invece li impiega per risolvere un problema diventato di primo piano molto di recente: come distinguere l'opera di una intelligenza artificiale da quella di un essere umano.
Il successo dell'ormai famoso ChatGPT - pur con tutti i suoi limiti - ha portato a chiedersi come fare a separare il prodotto di un algoritmo da quello di una mente pensante, soprattutto per fronteggiare usi criminali e abusi (per esempio in ambito scolastico). Poiché il compito non è impossibile, Edward Tian ha pensato di creare lo strumento adatto allo scopo.
Tian è un ventiduenne studente di Princeton: durante le vacanze di Natale ha scritto GPTZero, che valuta i testi che gli vengono sottoposto in base a due parametri: perplexity (perplessità) e burstiness (più difficile da tradurre, riguarda la varietà delle frasi che compongono il testo).
Il primo parametro riguarda la complessità del testo: più GPTZero è "perplesso" da quanto sta esaminando, più è probabile che esso sia frutto del lavoro di un essere umano; se invece la perplessità è bassa, allora ciò significa che GPTZero ha riscontrato parecchi schemi con cui ha familiarità, e quindi l'autore del brano è probabilmente un algoritmo.
Il secondo parametro fa invece affidamento sul fatto che gli esseri umani, quando scrivono, tendono per lo più a non essere troppo monotoni: frasi lunghe e ricche di subordinate si affiancano a frasi brevi, regalando al testo un ritmo che spesso aiuta a far passare meglio l'idea che si intende esprimere.
Le IA, invece, producono testi che sono nel complesso più "uniformi": GPTZero se ne accorge ed etichetta i lavori di conseguenza.
Tiam ammette senza problemi che la sua creatura non è perfetta, ma ritiene che sia un utile strumento per arginare aiutare nella distinzione tra opere realizzate da persone e opere generate da computer poiché, come si legge nel sito ufficiale, «Gli esseri umani meritano di conoscere la verità».
Questa idea deve essere condivisa poiché fin da quando è risultato accessibile al grande pubblico, all'inizio di questo mese, GPTZero è stato usato da oltre 30.000 persone e ha ricevuto più di 7 milioni di visite, tanto che il server originariamente usato per ospitarlo è andato in crash e ha dovuto subire un potenziamento per reggere il traffico.
«Non sappiamo davvero che cosa succeda all'interno [di ChatGPT]» ha spiegato su Twitter il giovane informatico, che evidentemente non vede di buon occhio l'utilizzo di questa "scatola nera" per scopi come la scrittura di temi e testi che dovrebbero venir scritti dagli studenti.
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