Un esperimento francese conferma che la maggioranza è disposta a seguire gli ordini provenienti dall'alto senza porsi problemi etici o morali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-03-2010]
Dal talk show all'estremo reality, passando magari per l'Isola dei Famosi: in TV non sanno più che cosa inventarsi per catturare l'attenzione degli spettatori specie in epoca di pendenze elettorali, quando cioè i palinsesti vengono stravolti per far posto alle varie passerelle dei politici.
Da ultimo la televisione d'oltralpe sembra aver passato il segno, proponendo un "documentario" chiamato Le Jeu de la Mort (Il Gioco della Morte): si presenta come un "gioco" a quiz nel corso del quale, su istigazione della conduttrice, per ogni risposta sbagliata uno dei concorrenti infligge a un uomo dosi sempre maggiori di dolore mediante scosse elettriche di voltaggio via via crescente, sino ad arrivare ad un'ultima scossa letale a 460 volt.
Fortunatamente, il soggetto passivo rinchiuso nella capsula della tortura è un attore professionista che simula gli effetti della corrente; ma la cosa che ha lasciato stupiti è che, su un'ottantina di partecipanti, solo 1/5 si è rifiutato di arrivare alla fine del "gioco", cioè alla definitiva folgorazione della cavia.
Infatti all'inizio degli anni '60 un certo Stanley Milgram portò avanti un esperimento analogo nel corso del quale ordinava ai volontari di torturare mediante scariche elettriche alcuni sconosciuti, i quali simulavano le sofferenze del caso.
Pare che lo spunto fosse stato offerto a Milgram dal processo a carico di Eichmann, allora in corso in Israele: questi basava la propria difesa proponendosi quale semplice esecutore di ordini superiori.
Anche in quel caso l'effetto sorprendente fu che soltanto una percentuale irrisoria dei partecipanti rifiutò di sottoporre le altre persone coinvolte nell'esperimento a sevizie tali da provocarne il decesso, tanto che la conclusione sconsolante fu che, "...nel momento in cui il soggetto accetta la definizione della situazione proposta dall'autorità, finisce per ridefinire un'azione distruttiva non solo come ragionevole, ma anche oggettivamente necessaria".
Volendo fare il processo alle intenzioni, la coincidente scadenza elettorale francese avrebbe potuto anche rendere implicita la riflessione sul decisionismo di cui il Presidente Sarkozy ha da ultimo dato prova, coinvolgendo tutta una schiera di "fedelissimi" a fare il lavoro sporco per dar quindi loro il benservito senza troppi complimenti nel caso in cui i risultati si fossero rivelati inferiori allo sperato.
Una strizzatina d'occhio alla storia senz'altro migliore di quanto ricorrentemente ammannito da certa TV nostrana, con i soliti filmati in bianco e nero debitamente sgranati e inconcludenti perché nulla aggiungono a quanto già visto e rivisto e perciò alla fine privo di significato storico in riferimento al momento politico.
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