I 2.300 informatici Telecom Italia, esternalizzati in SSC, scrivono una lettera aperta al ministro del Lavoro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-07-2010]
Oltre alla trattativa che si aprirà il 20 luglio a Roma tra Telecom e sindacati sui 3.700 licenziamenti, per ora congelati, è sempre aperto il "caso SSC", cioè i 2.300 lavoratori dell'informatica Telecom Italia, esternalizzati in SSC (controllata al 100% da Telecom) in aprile, di cui 646 sono stati dichiarati in esubero e per questo scrivono una lettera aperta al ministro Sacconi di cui pubblichiamo qualche stralcio più siognificativo.
Capiamo che davanti a un blocco di 3700 mobilità, i nostri problemi possono sembrare di minore importanza, ma siamo qui a scriverle perché Telecom, nascondendosi dietro al fatto che i nostri problemi sono di SSC e non loro, si è rifiutata di mettere sul tavolo di concertazione anche la nostra esternalizzazione che, di fatto, è stato ed è un modo per aggiungere altri esuberi alle cifre già indicate nei piani industriali, senza tuttavia metterli formalmente in capo alla capogruppo; tra le altre cose dobbiamo segnalare che al momento del varo del nuovo piano industriale, il piano dell'aumento dei dividendi e della contestuale riduzione del costo del lavoro attraverso gli esuberi, noi eravamo a tutti gli effetti dipendenti Telecom Italia S.p.A. e che quindi possiamo essere considerati le prime vittime di quel piano.Telecom Italia, già nella fase di comunicazione ai sindacati e all'Unione Industriale dell'avvio della procedura di cessione di ramo d'azienda, ha utilizzato termini duri, quasi minatori, nei nostri confronti scrivendo che SSC avrebbe avuto il compito, a valle della cessione, di "razionalizzare" ed "efficientare" i costi per portarsi ai livelli di non meglio identificati competitors del settore.
Pochi giorni dopo la nostra cessione, SSC, ma dovremmo dire Telecom Italia, ha presentato ai sindacati il proprio piano industriale (fotocopia ridotta di quello Telecom), che definirlo risibile sarebbe ancora poco; in questo piano sono indicati 646 esuberi, ossia: un'azienda che ha appena "assunto" circa 2.150 lavoratori ne dichiara 646 in esubero che, su un organico composto da circa 2.460 unità, escluso il personale direttivo, rappresentano una percentuale di esuberi sul totale ben più alta rispetto a quella di Telecom Italia. Degno di nota è il fatto che la dichiarazione dei 646 esuberi, alla presentazione del piano industriale SSC/sindacati, non e' stata fatta da Massimo Isotti, responsabile Human Resources di SSC, ma direttamente da Antonio Migliardi, capo supremo di HR Telecom.Nel frattempo, sia Telecom, sia SSC, continuano ad avvalersi nei settori informatici di una grande quantità di consulenti, personale d'imprese esterne spesso senza nessuna specializzazione significativa.
Concludiamo il resoconto informandola che il citato art. 2112 c.c. è applicato da Telecom Italia ed SSC secondo convenienza, ovvero soltanto per le parti di loro interesse, infatti, malgrado nelle lettere consegnateci dalle due aziende al momento del passaggio ci fosse esplicitamente indicata la modalità "senza soluzione di continuità" così come previsto dall'art. 2112 c.c., ci siamo trovati a veder applicato il contratto di SSC comprensivo degli accordi di armonizzazione, fortemente penalizzante rispetto al contratto di provenienza. Se passasse questo principio, Telecom potrebbe creare una società ad hoc con pochissimi dipendenti compiacenti, creare un contratto di lavoro a proprio piacimento e poi esternalizzare tutta se stessa in questa società di comodo, applicando a tutti il contratto capestro. Francamente molte cose non ci quadrano.
un gruppo di lavoratori SSC
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