Una legge del 1992 vieta di pronunciare i nomi dei social network più famosi: sarebbe pubblicità occulta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-06-2011]
Sebbene i social network siano molti, la maggior parte degli internauti conosce solo Facebook; nonostante il microblogging non sia un'esclusiva di Twitter, è lì che si rivolgono i pensieri di chi vuole condividere brevi frasi.
Si tratta di un'associazione che risente della fama dei due maggiori servizi e che, pur facendo forse un torto ad altre piattaforme altrettanto valide ma meno conosciute, è estremamente naturale, così come per tantissimi utenti c'è poca o nessuna differenza tra Internet e Internet Explorer.
Tutto ciò rappresenta però un problema grave, almeno per le televisioni francesi: chi durante una trasmissione televisiva o radiofonica cita Facebook e Twitter per intendere in generale i social network non solo fa torto alla concorrenza, ma contravviene addirittura a una legge.
«Perché dare la preferenza a Facebook, che vale miliardi di dollari» - si chiede Christine Kelly, portavoce del CSA - «quando ci sono molte altre reti sociali che si battono per il riconoscimento? Sarebbe una distorsione della concorrenza. Se permettiamo a Facebook e Twitter di essere citati in onda, apriamo un vaso di Pandora. Altre reti sociali infatti si lamenterebbero dicendo: "Perché non noi?"».
Ecco dunque che d'ora in avanti tutte le trasmissioni, televisive o radiofoniche (compresi i telegiornali), non potranno più citare i due servizi a meno che non rappresentino l'argomento esatto di cui si sta discutendo.
Nessuno potrà più dire «Seguiteci su Facebook» ma dovranno limitarsi a un generico «Seguiteci sui social network».
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