Aperta la conferenza che discuterà di come tenere in vita il protocollo di Kyoto, prossimo alla scadenza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-11-2011]
Si è aperta oggi a Durban, in Sudafrica, e durerà sino al 9 dicembre la diciassettesima conferenza delle nazioni unite sul cambiamento climatico (COP 17).
Tra i temi all'ordine del giorno c'è l'approssimarsi della scadenza del protocollo di Kyoto, fissata per il primo gennaio 2013: ancora non c'è un accordo che sostituisca quello sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005.
Già ora si parla di un prolungamento del protocollo, ma non ci sono indicazioni pratiche su come ciò dovrà avvenire, e resta sempre aperta la questione della mancata adesione di Russia e Cina, che da soli emettono il 50% dei gas ritenuti responsabili dei cambiamenti climatici. L'articolo continua qui sotto.
Il vero problema è che, oltre all'apparentemente scontata opposizione di USA e Cina, pare che anche Russia, Giappone e Canada non vogliano firmare un nuovo accordo, a meno che le prime due nazioni non cambino idea.
I più attivi sostenitori di un nuovo protocollo sono invece i Paesi dell'Unione Europea, quelli del cosiddetto "blocco africano" e i Paesi emergenti.
Tra le proposte di cui si parlerà ci sarà anche la creazione di un fondo per il clima, del valore di 100 miliardi di dollari l'anno, che servirà per finanziare la riduzione delle emissioni di gas serra da parte dei Paesi meno sviluppati; per raccogliere il denaro necessario nonostante la crisi si parla di tasse sui trasporti aerei e marittimi e sulle transazioni finanziarie.
Secondo Artur Runge-Metzger, commissario europeo per il clima, la riduzione delle emissioni è necesaria per contenere l'aumento delle temperature a due soli gradi centigradi - il che permetterebbe di rendere sopportabile le conseguenze - e di evitare l'innalzarsi di quattro gradi, che per alcuni è, allo stato attuale, il valore più probabile.
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