Virtual Set

Gli sviluppi delle tecnologie informatiche, in particolare della realtà virtuale, hanno indicato nuove prospettive per il cinema e la televisione. Una delle applicazioni più interessanti è il Virtual Set, ovvero la realizzazione di scenari virtuali che prendono il posto delle scenografie tradizionali.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-12-2002]

Gli ambienti digitali vengono creati al computer in grafica tridimensionale, oppure, in casi elementari, attraverso fotografie ritoccate. L'effetto rimandato dal video è quello di uno scenario vero e proprio, nel quale i conduttori/personaggi agiscono e si muovono.

La realtà virtuale non è una semplice simulazione, è tutto un altro mondo, una nuova dimensione elettronica; "è l'utopia, dottore, l'utopia che gli uomini hanno sognato per migliaia di anni" (dal film Il Tagliaerbe di Brett Leonard).

"Mondi illusori; mondi in cui l'osservatore, non più soggetto passivo, diventa attore; mondi in cui è possibile vivere esperienze reali; mondi in cui benché sappiamo di essere innanzi una finzione non ne siamo più tanto sicuri; mondi in cui l'incredibile diventa più credibile".

Mondi immateriali in cui è possibile entrare, muoversi, interagire, creati con sistemi sofisticati che permettono una realizzazione sempre più vicina alla realtà.

Questa sempre più vera imitazione del reale, questo fenomeno virtuale che oggi come non mai pone interrogativi che superano i confini della tecnologia ed investono altri campi - quello filosofico, della comunicazione, della storia dell'arte, della cultura in senso lato - non è un fenomeno nuovo ma ha delle radici storiche nel contesto delle rappresentazioni visive. Possiamo tornare indietro di circa mezzo millennio e far coincidere l'inizio di questà storia con la scoperta della rappresentazione prospettica da parte di matematici, artisti, ed architetti del Quattrocento. Storia che attraverso la prospettiva, il teatro - ed in particolar modo alcuni suoi generi - attraverso la pittura, la fotografia, il cinema, la televisione e più recentemente l'informatica e la computer grafica, ha portato alla realizzazione di immagini sempre più fedeli al vero ed ha contribuito alla nascita di una civiltà basata su di un sistema di rappresentazioni che produce mondi virtuali destinati ad essere vissuti, secondo alcuni, come più reali del reale stesso.

La rappresentazione prospettica dello spazio

Tra i fattori succitati che, dal '400 in poi, hanno avuto un'influenza rilevante sullo sviluppo di un sistema di rappresentazione visivo caratterizzato da un'impronta veristico- naturalistica, un ruolo fondamentale è occupato dalla prospettiva.

Nonostante la sua natura in parte convenzionale, la rappresentazione prospettica dello spazio ha rappresentato un evento rivoluzionario nella storia delle tecniche finalizzate a fornire una ricostruzione sempre più verosimile della realtà:

"Nessun'altra forma di rappresentazione prima di allora era stata in grado di rispondere meglio alle esigenze di un più efficace rapporto con il mondo (...) affermando che la realtà virtuale è una fisica particolare, voglio dire che è il risultato storico di una lunga tradizione di studi di famosi filosofi e in particolare di Cartesio. Cartesio aveva inventato le coordinate cartesiane, dello spazio e del tempo; Cartesio è il primo matematico dello spazio e precisamente dello spazio virtuale. Se facciamo riferimento alla storia dell'arte, vediamo che quando fu inventata la prospettiva, da Jounaud, fu creato il punto di fuga che è il primo punto virtuale di osservazione dell'infinito. Infatti, gli inventori della prospettiva sono stati i primi, dopo Cartesio, che hanno contestato lo spazio aritmetico e introdotto immagini che dipendono dall'osservatore. Quindi le immagini, le rappresentazioni del mondo, dipendono da chi le osserva." (Pierre Lévy - Filosofo e docente al Dipartimento di Ipermédia dell'Università di Parigi).

La fotografia: la prima figurazione tecnologica

La prima figurazione tecnologica che rende tangibile l'illusione di realtà è la fotografia.

La fotografia restituisce la realtà nel modo più veritiero possibile ed è per questo motivo che prende il posto di altri sistemi figurativi: la pittura soprattutto (soltanto nella restituzione della realtà), e sistemi non figurativi come ad esempio il reportage giornalistico. Quest'ultimo genere era considerato il massimo in quanto ad attendibilità: alla ricerca di fatti veri attingevano scrittori come Dostoevskij e Zola.

In seguito, con lo sviluppo della società borghese del XIX secolo esso tocca l'apogeo del suo significato culturale, ma anche un rapido declino: l'espressione "mentire come un giornalista" ne è un esempio. Gli subentra la fotografia, che possiede tutti i requisiti dell'indubbia documentarietà e verità.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (2)

Redazione ZN
Modificato Leggi tutto
19-12-2002 14:29

Stefano
Citazione errata... Leggi tutto
16-12-2002 13:51

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