Guerra dei brevetti, app rimosse e una bambina che non potrà comunicare

Apple rimuove l'unica app che permette a una bambina muta di comunicare prima ancora che il tribunale abbia deciso se violi dei brevetti oppure no.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-06-2012]

SpeakForYourself rimossa appStore

L'autorità assoluta che Apple detiene sull'App Store è per lo meno un'arma a doppio taglio: da un lato consente un controllo minuzioso sui software che ne fanno parte, minimizzando il rischio della presenza di malware; dall'altro consente comportamenti quantomeno dubbi da parte dell'azienda.

È questo per esempio il caso di Speak for Yourself, un'applicazione ideata per consentire a chi non è in grado di parlare di tornare a comunicare recentemente rimossa dall'App Store.

L'app è da poco divenuta improvvisamente nota perché la sua sparizione rischia di mettere in seria difficoltà una bambina di quattro anni che non è in grado di parlare.

Maya è una bambina muta che però grazie all'iPad e a Speak for Yourself ha potuto iniziare a comunicare con i propri genitori; l'app è l'unica che la bambina ha potuto usare in maniera efficace, mentre tutte le alternative sono risultate insoddisfacenti.

«Nel mio post originale» - scrive la madre nel proprio blog - «immaginavo un futuro in cui potevo sentire Maya "parlare" componendo frasi e condividendo i propri pensieri... ora, appena poche settimane dopo, stiamo vivendo quel futuro».

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Il problema è che due aziende - Prentke Romich Company e Semantic Compaction Systems - sostengono che Speak for Yourself violi i loro brevetti, e hanno intentato una causa.

Il caso è ancora all'esame del tribunale, ma le due aziende si sono nel frattempo rivolte a Apple chiedendo la rimozione dell'applicazione; i creatori di Speak for Yourself hanno fatto presente che nulla ancora è stato deciso. Ma Apple, che in un primo momento sembrava voler aspettare la conclusione del processo, ha alla fine rimosso l'applicazione.

Per Maya, questo è un problema. Certo, per ora la sua copia è ancora presente sull'iPad, ma la sparizione dall'App Store comporta l'impossibilità di ricevere aggiornamenti, il che può essere problematico se un update di iOS dovesse in qualche modo rompere la compatibilità di Speak for Yourself: un caso tutt'altro che improbabile.

Inoltre la madre teme che Prentke Romich e Semantic Compaction arrivino al punto di chiedere a Apple di cancellare da remoto anche tutte quelle applicazioni regolarmente acquistate, poiché secondo loro si tratta di software creati illegalmente (in teoria, è possibile): in quel caso, anche la copia di Maya sparirebbe.

L'iPad usato dalla bambina opera ora unicamente in modalità offline (ed è protetto da robuste custodie, visto che viene usato da una bambina di quattro anni) ma i genitori preferirebbero non dover trovare trucchi per assicurarsi che l'app tanto preziosa per loro non sparisca all'improvviso.

Per la reintroduzione di Speak for Yourself - per lo meno finché il tribunale non avrà deciso circa la sua liceità - nell'App Store è nata anche una petizione online.

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Commenti all'articolo (5)

E poi sono strano io se sostengo che andrebbe legiferato che il software chiuso è legale solo per uso interno mentre se un soft dev'essere distribuito DEVE essere open source. :roll:
24-6-2012 00:50

Quanto ti capisco! In quanto ad Apple non può certo mandare le aziende dove dici tu nemmeno in un caso del genere, creerebbe un precedente che le farebbe perdere di credibilità nei confronti di tutte le realtà che sostengono il suo ecosistema di applicazioni per iOS con conseguenze potenzialmente molto gravi dal punto di vista... Leggi tutto
23-6-2012 15:28

Non so quali brevetti violi ma una cosa simile anche se su carta l'avevamo utilizzata circa 20 anni fa...
19-6-2012 06:13

Questa cosa è abbastanza triste ed io al posto di apple avrei mandato le due aziende a fare in culo! Qui il problema non è il software proprietario in quanto tale o di apple e dei suoi wallet-garden ma proprio del concetto di brevettibilità del software. Un software non dovrebbe poter essere messo sotto brevetto così come nessuna... Leggi tutto
18-6-2012 16:39

L'ennesima riprova che qualunque sw proprietario (e peggio i sistemi proprietari blindati come quelli di Apple, in cui non sei padrone neppure di cio' che hai strapagato) e' il *********MALE******** e non va usato. Se il programma (o app, come lo chiama chi sa parlare bene) fosse stato scritto per Android il problema non sarebbe mai... Leggi tutto
18-6-2012 15:54

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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