Negli spot dell'offerta Wind CanoneZero si dice che non si pagherà più il Canone Telecom Italia ma non che questo comporta un abbonamento telefonico a forfait.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-01-2003]
L'Authority Antitrust è l'organo competente che, secondo la legge italiana ha il compito di monitorare e sanzionare se necessario le pubblicità che si rivelano essere ingannevoli. Accanto ad esso esiste un'altra istituzione che è il Giurì della Pubblicità, formato da magistrati ed esperti del settore, previsto dal Codice di Autodisciplina della Pubblicità italiana sottoscritto da pubblicitari, mass-media e dalle maggiori imprese italiane che investono in pubblicità.
Telecom Italia ha presentato ricorso al Giurì contro gli spot dell'offerta CanoneZero di Wind-Infostrada. In queste comunicazioni commerciali, di grande impatto e ben girate, come molti ricorderanno, si vedeva una bella ragazza che per liberarsi del passato gettava in un grande rogo, insieme ai ricordi, anche un vecchio telefono Sip.
Alla fine arrivava il simpatico cagnolino-mascotte di Infostrada - che già abituato a fare pipì contro le cabine Telecom, spegneva, alzando la gamba, le ultime fiamme.
Il Giurì della Pubblicità ha riconosciuto che Wind-Infostrada ha violato l'art. 2 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria e che gli spot sarebbero ingannevoli: le informazioni erano eccessivamente generiche, non si precisava infatti che per non pagare il canone si doveva sottoscrivere un abbonamento a consumo, ed anche lo spot è stato definito eccessivamente denigratorio.
Si spera che questo pronunciamento consigli a tutti i gestori, nessun escluso, di percorrere più la strada della trasparenza che quella degli spot ad effetto.
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