La melittina contenuta nel veleno è in grado di danneggiare il virus HIV.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-03-2013]
Pare che le comuni api mellifere non svolgano più soltanto un per altro importantissimo ruolo nell'ecologia del pianeta.
Secondo uno studio della Washington University a Saint Louis (Missouri, USA) potrebbero essere chiamate a contribuire al contrasto di una delle più comuni e importanti malattie virali di questi ultimi anni, l'AIDS.
Infatti il loro veleno - nella specie un componente chiamato melittina che è responsabile del bruciore e degli arrossamenti associati alle punture dell'insetto - possiede virtù disinfettanti e fungicide.
Per effettuare i test i ricercatori hanno legato la tossina a delle nanoparticelle che l'hanno trasportata: la melittina ha dimostrato di essere in grado di "bucare" la membrana protettrice che circonda il virus.
Se la melittina, di per sé, è dannosa, scegliere di legarla a delle nanoparticelle ha l'effetto di impedirle di danneggiare le cellule (virus a parte, ovviamente).
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La comune terapia anti-HIV consiste nell'inibire al virus di riprodursi dopo essere stato trasmesso ad un nuovo ospite, ma non è in grado di arrestare la flogosi iniziale, tanto che spesso si genera una resistenza alle cure.
Il vantaggio della nuova frontiera contro la malattia è che viene attaccata fisicamente una parte essenziale della struttura del virus; pare che lo stesso non sia in grado di ovviare a un attacco di questo tipo perché deve possedere integra quella doppia membrana che lo ricopre e serve a renderlo invulnerabile ai medicamenti.
Poiché sembra che ormai le nanoparticelle siano di agevole reperibilità, la sperimentazione clinica potrà proseguire sino all'immissione sul mercato (così sperano i ricercatori) di una pomata o un gel di facile applicazione, da usarsi a scopo preventivo in tutti quegli ambienti sociali in cui è più facile la trasmissione della malattia.
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