Con ReWalk le persone paraplegiche in alcuni casi possono tornare a camminare.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-07-2014]
L'idea di un esoscheletro che faccia tornare a camminare quanti hanno perso l'uso delle gambe è in circolazione ormai da qualche anno, e diverse sono le alternative.
Soltanto una, però, è riuscita a ottenere l'approvazione della statunitense Food and Drug Administration: quella realizzata da ReWalk Robotics.
L'azienda è stata fondata dal dottor Amit Goffer, rimasto vittima nel 1997 di un incidente su un quad, in seguito al quale non ha più potuto camminare.
Il ReWalk Personal System, approvato dalla FDA per uso domestico, sostiene nel movimento delle anche, delle ginocchia e delle caviglie e permette di sollevarsi in piedi e camminare ai pazienti paraplegici vittime di traumi alla spina dorsale alle vertebre da T7 a L5.
Uno "zainetto", del peso di circa 2,5 kg, contiene il computer che coordina il funzionamento di ReWalk; una serie di sensori consente di mantenere l'equilibrio mentre i motori integrati nelle protesi indossabili causano il movimento.
Per azionare l'esoscheletro si adopera un comando da indossare al polso: tramite questo sistema è possibile impartire l'ordine di alzarsi, di sedersi o di camminare. Il risultato - stando all'azienda e a chi l'ha provato - è un movimento molto simile a quello naturale.
È comunque necessario che chi usa ReWalk adoperi al contempo anche un paio di stampelle, ma si tratta di un compromesso decisamente accettabile per poter tornare a camminare. L'articolo continua dopo il video.
Come dicevamo all'inizio, vi sono altre alternative in sviluppo da tempo: pensiamo per esempio all'HAL di Cyberdine, all'eLegs di Berkeley Bionics, e all'X1 della NASA.
Va anche sottolineato che non sempre la tecnologia può aiutare. Riportiamo l'esperienza di Simone Fanti, giornalista che spesso scrive su Invisibili, un blog sul mondo della disabilità molto seguito. Simone ha avuto modo di sperimentare il ReWalk ma, dopo un comprensibile entusiasmo iniziale, si è reso conto che il ReWalk non faceva per lui.
Nove superpoteri grazie alla tecnologia da indossare | ||
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Simone infatti racconta: "Quando ho visto Manuela Migliaccio su quei trampoli elettronici, così "agile", mi sono illuso di poter ottenere gli stessi vantaggi anch'io. Sembrava tutto facile. Ma il grado di disabilità era differente: la sua lesione più bassa le dà qualche muscolo funzionante in più di me e le differenze si fanno sentire".
"Dopo un primo periodo di esaltazione, mi sono reso conto dei limiti che aveva per me, tanto che in molte situazioni mentalmente mi sono chiesto se mi sarei mosso più comodamente seduto in sedia a rotelle o in piedi con le gambe robotiche?"
Emblematica la riflessione di Simone: "Fin dall'inizio ero consapevole che la tecnologia rappresenta il cerotto sulla ferita e non il disinfettante o la cura. Sedia a rotelle o esoscheletro sono degli ausili che ti permettono di fare azioni che non potresti compiere, come camminare o muoverti nello spazio, ma non risolvono il problema".
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