Così lo sviluppatore di Hotline Miami 2 reagisce alla censura.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-01-2015]
Hotline Miami 2: Wrong Number è il seguito di Hotline Miami, un videogioco che ha ottenuto un buon successo anche grazie alle scene di intensa violenza che lo caratterizzavano.
Wrong Number non è da meno; anzi, alla violenza si uniscono le scene di sesso e, stando a quanto riporta il sito Kotaku, c'è anche una scena in cui uccisioni sono accoppiate alla rappresentazione di uno stupro.
Tutto ciò ha portato l'Australian Classification Board, l'ente che ha il compito di giudicare i contenuti dei vari titoli che vogliono apparire sul mercato australiano e garantire l'obbligatorio visto censura, a ritenere il videogioco eccessivo.
In particolare, l'ACB ha ritenuto che non fosse possibile assegnare al videogioco una classificazione (per esempio, destinandolo unicamente ai maggiorenni), facendolo quindi ricadere tra i prodotti «inclassificabili».
La normativa locale prevede che in questa particolare categoria rientrino quei prodotti che «raffigurino, esprimano o altrimenti abbiano a che fare con scene di sesso, abuso di droghe, dipendenza da droghe, crimine, crudeltà, violenza o fenomeni disgustosi o ripugnanti in modo tale da offendere gli standard di moralità, decenza e decoro generalmente accettati da adulti ragionevoli».
Tali prodotti non possono essere venduti, affittati o riprodotti in pubblico. Però non è illegale possederli, a meno che non contengano materiale illegale, come per esempio scene pedopornografiche.
A questo punto, però, entra in gioco un fan di Hotline Miami che aspettava con ansia il seguito. Questi ha scritto a Jonatan Söderström, uno dei creatori del gioco, spiegandogli la situazione ed esprimendo tutta la propria delusione.
Wi-Fi obbligatorio per tutti | ||
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«Come certamente saprai, a Hotline Miami 2 è stata rifiutata la classificazione in Australia. Questa cosa mi ha ucciso, sapere che non c'è alcun modo legale di acquistare uno dei giochi che aspettavo di più».
Il fan deluso si è però spinto oltre, sino a chiedere: «Come preferiresti, tu che sei lo sviluppatore, che io ottenessi il gioco? Pensavo che potrei scaricarlo via torrent e farti una donazione direttamente, ma non sono un fan del download dei giochi tramite torrent e non voglio avere problemi legali».
La risposta di Söderström è probabilmente andata oltre le più rosee aspettative: «Se non sarà rilasciato in Australia, piratalo dopo l'uscita. Non c'è bisogno che ci mandi dei soldi, goditi il gioco!».
L'email, che sembra proprio autentica, ha finito col creare una situazione paradossale: il titolare dei diritti ha in pratica autorizzato la pirateria, consentendo così ai fan del gioco di aggirare la censura, dato che il possesso del materiale inclassificabile non è vietato.
L'intera vicenda si trova in una sorta di "zona grigia legale" perché, sebbene ottenere il gioco tramite un download di questo tipo non paia propriamente regolare, non è chiaro se si possa tecnicamente parlare di pirateria, dato che il gioco in sé non viene distribuito.
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