Intercettati oltre 70.000 messaggi delle più importante testate.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-01-2015]
Che cosa serve per capire se un sistema progettato per dividere le informazioni rilevanti da quelli irrilevanti funzioni? Un set di dati di test il più possibile simili a dei dati reali.
Meglio ancora sarebbe agire sui dati reali. Così, in base a quest'idea, il britannico Government Communications Headquarters ha deciso di sottrarre tramite intercettazione oltre 70.000 email dagli account dei giornalisti delle testate più note.
Tutto ciò è accaduto nel 2008 ma ne veniamo a conoscenza soltanto adesso grazie all'analisi di alcuni dei documenti resi noti da Edward Snowden, come racconta il Guardian.
In un giorno di novembre del 2008 il GHCQ (l'agenzia di spionaggio e controspionaggio del Regno Unito) ha per appena 10 minuti intercettato le comunicazioni della BBC, dell'agenzia Reuters, del Guardian stesso, del New York Times, di Le Monde, del Sun, nella NBC e del Washington Post; è così che ha raccolto le 70.000 email.
Poi ha dato tutto questo materiale in pasto al proprio sistema di sorveglianza per controllare che fosse in grado di riconoscere le informazioni rilevanti.
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Il tutto pare essere stato possibile grazie al Regulation of Investigatory Powers Act (Ripa), la legge che tra le altre cose regola le intercettazioni e viene adoperata dagli enti governativi per accedere alle comunicazioni di diversi soggetti anche senza mandato.
In particolare, nel mirino del GCHQ ci sarebbero diversi giornalisti, considerati una «potenziale minaccia» in quanto la loro determinazione nel cercare di svelare i segreti li renderebbe più pericolosi degli hacker che violano i sistemi informatici.
In uno dei documenti rivelati si afferma infatti esplicitamente che «giornalisti e reporter che rappresentano tutti i tipi dei nuovi media rappresentano una potenziale minaccia per la sicurezza. In particolare sono preoccupati i "giornalisti investigativi" specializzati nel rivelare informazioni relative alla difesa, per profitto o per ciò che credono essere di interesse pubblico».
Il GCHQ non ha commentato queste rivelazioni, affermando tramite un portavoce che non è sua abitudine fare dichiarazioni su questioni che riguardano l'intelligence, ma ha precisato che tutte le operazioni vengono condotte nel rispetto della legge e che tutte le attività sono «autorizzate, necessarie e proporzionate».
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