Il falso problema dello switch off del rame entro il 2030

Alla fine il governo non ha stabilito l'abbandono della rete in rame entro il 2030.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-03-2015]

Copper cable

Il piano per la banda larga del governo Renzi, come aveva già anticipato lo stesso sottosegretario Giacomelli, non prevede il tanto temuto switch off della rete in rame entro il 2030 che molti temevano per i danni che poteva portare a Telecom Italia e ai suoi azionisti. Ma se ci fosse stato sarebbe stato davvero un problema?

Molti hanno gridato all'esproprio: ma se lo Stato avesse deciso che Telecom Italia entro il 2030 avrebbe dovuto abbandonare la rete in rame, su cui passa anche l'Adsl, non sarebbe stato assolutamente un esproprio.

Sarebbe invece un esproprio se lo Stato ricomprasse la rete in rame (che può avere un valore intorno agli 8 miliardi di euro, forse anche di più) con un provvedimento obbligatorio, ma non sarebbe stato questo il caso.

Non sarebbe stato neanche il temuto e sbagliato scorporo per legge della rete da Telecom Italia, che pure una legge già oggi renderebbe possibile se l'Agcom ritenesse che Telecom Italia non stia rispettando la parità delle condizioni di accesso alla Rete di tutti gli operatori, perché lo switch off non imponeva obblighi societari all'ex monopolista.

Lo switch-off del rame somiglia moltissimo allo switch-off delle Tv analogiche per passare al digitale terrestre, provvedimento voluto dal governo Berlusconi, ma che non è stato ritenuto incostituzionale né dal Parlamento, né dal Presidente della Repubblica, né dalla Corte Costituzionale; eppure molti hanno detto che lo switch off del rame sarebbe stato incostituzionale.

Con il digitale terrestre tutti gli italiani hanno dovuto comprare un decoder a loro spese; spesso hanno dovuto far intervenire un antennista a loro spese; non hanno potuto più ricevere al Nord i canali tv della Svizzera Italiana; emittenti come Rai e La7 e le altre hanno dovuto indebitarsi per investire in fretta nelle nuove tecnologie; in molti Comuni i cittadini hanno avuto problemi a ricevere tutti i canali tv e ne hanno tuttora; le licenze delle Tv locali hanno perso molto valore; molte Tv locali hanno dovuto chiudere perché non avevano i mezzi finanziari per sostenere il cambiamento tecnologico; i canali tv digitali delle principali reti hanno rastrellato ancora più pubblicità a danno dei giornali e degli altri media.

Poi il digitale terrestre ha dato anche vantaggi ma certamente ha creato più svantaggi nei primi tempi, essendo anche un passaggio in tempi ristretti, di quelli che potrebbe creare un'eventuale transizione obbligatoria dal rame alla fibra ottica per la telefonia e Internet da realizzarsi addirittura entro il 2030.

In 15 anni possono cambiare moltissime cose che possono portare a un allungamento ma anche a un accorciamento del termine ultimo dal punto di vista politico, economico e tecnologico.

Quindi dal punto di vista legislativo c'era già un precedente; oltretutto il Governo Renzi che, ad esempio, nel campo finanziario, ha dimostrato di intervenire pesantemente sulla libera organizzazione dell'economia con il decreto sulle banche popolari per cui in 18 mesi, entro una certa dimensione, devono addirittura sparire per trasformarsi in Spa.

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Ordinare il passaggio obbligatorio da una tecnologia all'altra è perfettamente legittimo: come quando in seguito a un referendum lo Stato ha deciso di non autorizzare più la costruzione di nuove centrali nucleari e dismettere gradualmente quelle che l'Enel gestiva; oppure il fatto che la circolazione nei centri abitati per auto costruite prima di una certa data sia sempre più difficile.

Le stesse società telefoniche, in particolare la Tim, ad un certo punto hanno deciso di dismettere la prima rete telefonica mobile Etacs e di passare tutti i clienti sulla rete Gsm con l'autorizzazione dell'Agcom.

Il problema sono le conseguenze su Telecom Italia, che sostiene di dover continuare a garantire il forte debito con il controllo della rete in rame.

La realtà è che Telecom Italia è già virtualmente defunta, anche prima del 2030, se non decide di investire tantissimo sulla banda larga, come ha deciso con grande vigore nell'ultimo piano industriale, ma come non ha purtroppo fatto negli anni precedenti per pagare dividendi troppo alti agli azionisti.

Telecom Italia oggi ha dipendenti con un'età media di 49 anni (e nei call center arriva a 53 anni di media) per cui nella fatidica data del 2030 anche una gran parte del personale oggi impiegato nella rete in rame, per la gestione e manutenzione, avrà raggiunto l'età della pensione: non può essere un alibi per dire di no a un eventuale switch off.

In realtà la tanto richiesta flessibilità a lavoratori e cittadini è troppo assente nei comportamenti dei manager delle aziende di telco che finora hanno privilegiato i loro progetti particolari e aziendali rispetto alla necessità di forti alleanze e sinergie per sviluppare la banda larga nell'interesse del Paese.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (5)

Che gli interessi dei manager e degli azionisti in Italia, in generale in tutti i settori e nel settore delle telco in modo particolare, vengano assai prima di quelli del Paese e degli utenti dovrebbe essere già noto da molto tempo. Molti italiani però non se vogliono ancora rendere conto... :roll: Leggi tutto
22-3-2015 16:08

E ci hai creduto per dieci anni... Leggi tutto
11-3-2015 08:59

Nell'ultimo anno di vita della rete mobile TACS lavoravo al call center della Tim, e mi è stato riferito che la dismissione era stata ordinata dal governo perché l'operatore violava la legge sulla concorrenza (nessun altro aveva investito in Italia in tale infrastruttura). Che poi fosse questa la verità, la mano sul fuoco non c'è la... Leggi tutto
11-3-2015 02:10

Sinceramente non capisco. Perché tanti discorsi ? Telecom è un società PRIVATA. Una società privata ha senso di esistere se fa utili o quanto meno non genera perdite. Nei prossimi anni (pochi a esser generosi 5) per la rete fissa l'eliminazione del rame è vitale. Se questo significa dover investire sulla rete a scapito dei dipendenti... Leggi tutto
10-3-2015 12:49

{tufir}
Un bell'articoletto, grazie.
10-3-2015 09:36

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