Il social network spiega quali sono i contenuti vietati, a partire da bullismo, violenza e pornografia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-03-2015]
A pochi giorni dalla presa di posizione di Twitter contro il revenge porn, Facebook interviene apertamente per fare chiarezza sui contenuti ammessi all'interno del social network.
Con un intervento affidato a Monicka Bickert, Facebook richiama gli Standard della Comunità da tempo esistenti e li chiarisce meglio, aggiornandoli in parte.
La continua espansione della base di utenti e il comportamento di alcuni hanno reso infatti necessario l'intervento chiarificatore: da un lato, il sito vuole evitare le accuse di censura; dall'altro cerca di tutelare le diverse sensibilità dell'oltre miliardo di persone che lo frequentano.
L'intervento di Monika Bickert si concentra in particolare su alcuni tipi di contenuti: quelli relativi «all'autolesionismo, alle organizzazioni pericolose, al bullismo, alle attività criminali, alla violenza sessuale, alla nudità, ai discorsi che incitano all'odio e ai contenuti violenti ed espliciti».
Sono quattro gli obiettivi che il social network si pone con questo intervento, e corrispondono alle aree in cui sono divisi gli Standard della Comunità: contribuire a mantenere la sicurezza, incoraggiare un comportamento rispettoso, tenere al sicuro il proprio account e le proprie informazioni personali, proteggere la proprietà intellettuale.
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Così, Facebook cerca di spiegare agli utenti come comportarsi nel caso in cui si apprestino a inserire contenuti che potrebbero suscitare controversie. Per esempio, la politica per quanto riguarda le immagini di nudo - che tanti problemi ha già causato in passato - ricorda che i contenuti pornografici ed esplicitamente sessuali sono banditi dal sito, ma anche che «Imponiamo anche delle limitazioni alla pubblicazione di immagini di nudità. È nostra intenzione rispettare il diritto delle persone di condividere contenuti importanti per loro, siano essi fotografie di una scultura come il David di Michelangelo o foto di famiglia di una madre che allatta al seno il figlio».
Monika Bickert spiega ulteriormente: «Rimuoviamo le foto di persone che mostrano i genitali o si concentrano su glutei completamente esposti. Limitiamo anche alcune immagini del seno femminile se sono inclusi i capezzoli, ma permettiamo sempre le foto di donne che allattano o che mostrano il seno con le cicatrici conseguenti a una mastectomia. Permettiamo anche le foto di pitture, sculture e altre forme di arte che rappresentano figure nude».
In un periodo in cui le organizzazioni terroristiche fanno sempre più affidamento su Internet per diffondere i propri messaggi, Facebook cerca di porre dei paletti: «Alle organizzazioni con precedenti di terrorismo o attività criminali violente non è consentito mantenere una presenza sul nostro sito». L'articolo continua dopo il video.
«Rimuoviamo i contenuti che esprimono supporto a quei gruppi che sono coinvolti nei comportamenti violenti, criminali o pieni d'odio già menzionati. Supportare o lodare i capi di queste stesse organizzazioni, o legittimare le loro attività violente, non è permesso».
Particolarmente delicato è il trattamento riservato ai «contenuti che incitano all'odio»: il problema è distinguere tra un discorso serio ed effettivamente carico d'odio e un contenuto meno serio. «Facebook non consente i contenuti che incitano all'odio, ma attua una distinzione tra contenuti seri e meno seri» spiega il social network. «Se da un lato incoraggiamo gli utenti a mettere in discussione idee, eventi e linee di condotta, non consentiamo la discriminazione di persone in base a razza, etnia, nazionalità, religione, sesso, orientamento sessuale, disabilità o malattia».
«Alle volte gli utenti condividono discorsi altrui di incitamento all'odio allo scopo di aumentare la consapevolezza. In questo caso, ci aspettiamo che gli utenti indichino chiaramente il proprio scopo» precisa ancora Monika Bickert.
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