Venom permette di accedere a tutte le macchine virtuali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-05-2015]
Ricordate Heartbleed, la falla in OpenSSL che permetteva di rubare i dati degli utenti dai server e definita «catastrofica»? Ebbene, ora c'è qualcosa di peggio in circolazione.
La nuova vulnerabilità è stata battezzata Venom, acronimo che sta per Virtualized Environment Neglected Operations Manipulation: dal nome si evince come a esserne interessati siano i server virtuali.
L'utilizzo di server virtuali è oggigiorno estremamente ampio poiché permette di risparmiare sulle infrastrutture: un unico server fisico ospita più server virtuali, condividendo alcuni strumenti importanti ma tenendo separati i dati dei singoli server.
Venom consente di accedere all'intero hypervisor e di ottenere in tal modo l'accesso ai dati di ogni macchina virtuale, e tutto ciò avviene grazie a un piccolo e ignorato bug legato a un vecchio controller per floppy disk.
Se riceve un determinato codice, il controller può mandare in crash l'hypervisor e consentire a chi ha organizzato l'attacco di "uscire" dalla propria macchina virtuale e spiare in tutte le altre.
Il bug è così vecchio da risalire al 2004 ed era stato originariamente scoperto in Qemu; è tuttavia ancora presente in diversi software attuali come Xen, KVM e VirtualBox.
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Sono invece immuni VMWare, Microsoft Hyper-V e Bochs.
Ci sono quindi milioni di macchine sparse nel mondo che adoperano le piattaforme vulnerabili e, secondo il ricercatore di CrowdStrike Jason Geffner, si tratta della peggior falla scoperta quest'anno.
«Heartbleed» - spiega ancora Geffner - «consentiva a un nemico di spiare in casa da una finestra e ottenere informazioni grazie a ciò che vedeva. Venom gli consente di entrare in casa ma anche in tutte le altre case del vicinato».
Le aziende sono state avvisate in aprile dell'esistenza del problema e Oracle ha affermato di averlo già risolto; una nuova versione di VirtualBox contenente la correzione è stata rilasciata da poco.
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