Agnes e Pascale chi erano?

Oggi si tende a magnificare questi due manager della Telecom pre-privatizzazione: è il caso?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-09-2003]

Chi sono Biagio Agnes ed Ernesto Pascale ?

Per molti questi nomi non vogliono dire niente ma una volta, negli anni '90, sono stati dei "grandi boiardi", gli ultimi dei "grandi boiardi". Chi erano i Boiardi? Questa definizione è tratta dalla Russia di Pietro il Grande: i Boiardi erano i grandi feudatari che governavano in autonomia pezzi di territorio dell'impero russo, condizionavano lo Zar ed erano ostili alle riforme. Questo soprannome veniva usato per i grandi manager delle imprese a partecipazionale statale come la Sip, l'Enel, l'Eni, la Finmeccanica, l'Italsider, ecc.

Biagio Agnes, familiarmente detto "Biagione" per la sua mole, ha iniziato la sua carriera come giornalista e direttore del Telegiornale, arrivando ad essere per molti anni (allora non cambiavano ogni 6 mesi) il direttore generale della Rai, un direttore potente e temutissimo, perché prima dell'ultima riforma il Presidente della Rai contava quasi niente.

Biagio Agnes godeva di amicizie politiche importantissime: irpino di Avellino, era amico di altri avellinesi che contavano molto nella politica di allora come De Mita e Mancino.

Non si può dire che sia stato un "mostro" di efficienza: la Rai pletorica, un carrozzone costosissimo, è in larga parte opera sua, ed il suo maggior merito pare sia consistito nella cosidetta "pax televisiva", cioè in una tregua armata tra Rai e Mediaset che accettavano di non farsi più la guerra, per strapparsi le star televisive a suon di miliardi e, soprattutto, di dividersi da buoni amici la "torta" degli investimenti pubblicitari e, siccome, allora l'Antitrust era una "cosa per inglesi" come il the, l'accordo funzionò.

Confrontiamo due grandi manager Rai, tutti e due, "democristianoni": Ettore Bernabei, fondò la Rai, aveva un forte concetto del servizio pubblico e della sua funzione, era un "pupillo" di Fanfani ma assunse alla Rai Umberto Eco, Piero Angela, Furio Colombo, Barbato, Costanzo, Biagi, Ermanno Olmi e altri. Agnes era molto bravo a lottizzare le assunzioni tra tutti i partiti, comunisti compresi. Oggi, Ettore Bernabei è il manager di una grande multinazionale televisiva che produce kolossal di successo. Nonostante sia anziano, Biagio Agnes è un pensionato "da trenta milioni al mese" pieno di rancore e di livore.

Perchè è rancoroso Biagio Agnes? Perchè i partiti, ad un certo punto, si erano stancati di lui, lo silurarono alla Rai ma temendo le vendette dei "clan" che aveva lasciato all'interno della Tv di Stato lo nominarono Presidente della Stet, che poi diventò Telecom Italia: un posto simbolico che negli anni '90 fruttava 400 milioni all'anno (allora non c'era l'euro).

Biagio Agnes sognava di stare per sempre in quel posto e sperava nell'appoggio di Prodi, che era sempre stato vicino alla corrente della sinistra Dc, a cui Agnes apparteneva.

Prodi invece allontanò Agnes perché per privatizzare Telecom Italia si volle scegliere Guido Rossi, che aveva appena terminato di presiedere la Consob, cioè l'autorità di vigilanza sulla Borsa, ed era ritenuto più rassicurante per i mercati di Agnes, vecchio burocrate delle partecipazioni statali.

Agnes è ancora un po' arrabbiato con Prodi: per questo alla commissione parlamentare di inchiesta su Telekom Serbia ha detto di essere stato allontanato perché contrario all'affare. Un giudizio, che aldilà della fondatezza, non è proprio sereno per motivi personali.

Ernesto Pascale, invece, era l'Amministratore Delegato della Stet che, dopo la fusione di Sip, Asst, Italcable, Telespazio, diventò Telecom Italia. Pascale è alto quasi due metri, ed è stato, forse, l'uomo più potente d'Italia.

Attraverso la Seat-Pg, che, allora, era una branca della Stet, controllava un'agenzia di pubblicità che assegnava, ogni anno, centinaia di miliardi di inserzioni ai giornali italiani: il Tempo, la Nazione, Avvenire, l'Unità, Liberazione, Il Secolo d'Italia, e altri ancora, giornali di ogni tendenza politica e di ogni colore vivevano e che sopravvivevano grazie ai miliardi della pubblicità Stet. Quest'ultima non raccoglieva solo pubblicità Sip, ma era sempre in rosso, tanto il deficit lo pagavano le bollette.

Pascale era un altro "democristianone", invece che a De Mita era, però, vicino a Gava e ai dorotei, la corrente di maggioranza del partito di maggioranza. Quandò la Dc si sciolse, e Berlusconi vinse le elezioni, Pascale per non perdere il suo grande potere - amministrava decine di migliaia di miliardi all'anno per l'ammodernamento di reti e centrali telefoniche (allora la Sip non aveva nessun concorrente) - si avvicinò ad An, il partito di destra più contrario alle privatizzazioni, e finanziò un quotidiano "L'informazione", che ebbe vita breve, per sostenere Buttiglione nella sua scalata al vertice dei Popolari per avvicinarli al CentroDestra.

Infine, Pascale contrarissimo alla privatizzazione di Telecom Italia, tentò nel 1996 di evitare le elezioni anticipate, incaricò l'avvocato di Telecom Italia, il Prof. Guarino - uno dei più grandi civilisti italiani - di favorire un accordo tra Berlusconi e D'Alema, perché si formasse un governo tecnico, appoggiato dai due Poli: il nuovo Governo non avrebbe dovuto privatizzare Telecom Italia ma permettere a Telecom Italia di continuare la cablatura del Paese e accordarsi con Mediaset perché quest'ultima trasmettesse sulle fibre ottiche.

Tutti sanno che Antonio Maccanico, che doveva presiedere il Governo tecnico, ricevette dal Capo dello Stato "un incarico esplorativo", per consultare i partiti, perfino il Vaticano si disse favorevole, ma all'interno dei due poli prevalsero i contrari all'accordo Berlusconi-D'Alema e ci furono le elezioni del '96, vinte da Prodi.

Il disegno di Pascale aveva una forte ambizione ed era anche lungimirante: Pascale diceva e scriveva, a chiare lettere, in quegli anni, che senza la costruzione di una rete telematica nazionale per la Pay Tv l'Italia sarebbe stata colonizzata da Murdoch e così sta iniziando ad essere, in questi giorni.

Quando il CentroSinistra vinse le elezioni, mandò via Pascale, considerandolo un pericoloso avversario e fece male, perché i suoi successori Rossignolo e Colaninno si rivelarono un autentico disastro per le Tlc italiane: i privati furono peggio dei boiardi.

Le vicende di Telekom Serbia nella cacciata di Agnes e Pascale c'entrano molto poco, erano altri gli interessi in gioco e, forse, sarebbe meglio analizzarli e discuterli perchè interessano le prospettive delle Tlc italiane e, più in generale, dell'Italia.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

Pier Luigi Tolardo
Caro Documentati..... Leggi tutto
24-9-2003 11:26

Documentati
Fregnacce nel frullatore Leggi tutto
24-9-2003 10:12

Luca Ajroldi
Agnes Leggi tutto
10-9-2003 11:45

Gustavo Sabato
Un poco di confusione Leggi tutto
9-9-2003 11:47

Pier Luigi Tolardo
Rispondo come Todaro e non come Tolardo, in quanto sono anmbedue le persone secondo il nostro un po' disattento lettore.Non ho detto che Bernabei non era un Boiardo, ho detto che ha fatto la Rai, è questo è un dato di fatto, cioè era un feroce anticomunista e, infatti, quando assunse Eco questo era un dirigente... Leggi tutto
9-9-2003 11:31

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