Come è regredita la libertà di stampa in Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-12-2015]
I giovani, forse, non sanno chi sia Guido Carli, già governatore della Banca d'Italia, presidente della Confindustria e successivamente ministro del Tesoro quando l'Italia entrò nel Sistema Monetario Europeo, ma per chi è vissuto negli anni '80 e '90 il suo nome non è affato sconosciuto.
Carli, figura di economista liberista, aveva iniziato la sua carriera all'Iri su segnalazione - si dice - di un monsignore amico di famiglia di Giovanni Battista Montini, diventato poi papa con il nome di Paolo VI. Nonostante questo legame nel 1957, quando era giovane ministro al Commercio con l'Estero, Carli non esitò a rassegnare le dimissioni dando un forte dispiacere al Vaticano.
Era stato allora pubblicato in Francia e in Italia il libro Le Chiavi di San Pietro, un romanzo anticlericale scritto dal diplomatico francese Roger Peyrefitte, uno dei primi scrittori dichiaratamente omosessuali. Il Vaticano, in base al Concordato del 1929, aveva chiesto la sua espulsione dal territorio italiano (allora non c'era Schengen per i cittadini europei) mentre questi stava presentando il suo libro a Roma.
Guido Carli scrisse una lettera di solidarietà allo scrittore e presentò le proprie dimissioni da ministro perché - sostenne - l'espulsione dello scrittore sarebbe stata in spregio alla Costituzione e ai principi della democrazia libera, che vietano di perseguitare un uomo per aver scritto un libro per quanto discutibile e sbagliato il suo contenuto possa essere.
Le dimissioni vennero respinte e Peyrefitte rimase in Italia finché volle.
Oggi, nessun ministro ha protestato contro il processo Vatileaks 2 che coinvolge due giornalisti e autori di libri che, evidentemente, il Vaticano non ha gradito e vuole colpire: ciò la dice lunga sul regresso in fatto di tolleranza e rispetto della libertà di stampa nel nostro Paese.
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