L'automazione farà sparire molte figure professionali, e la disoccupazione si impennerà.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-01-2016]
È una questione che si pone per lo meno sin dalla prima rivoluzione industriale: che fare quando la tecnologia rende obsolete certe figure professionali, privando molte persone del loro posto di lavoro?
Secondo il rapporto The Future of Jobs, stilato dal Forum Economico Mondiale (WEF), ora che ci stiamo avvicinando alla «quarta rivoluzione industriale» e che il lavoro si appresta a subire una radicale trasformazione la domanda si ripropone in modo particolarmente deciso.
Con l'espressione «quarta rivoluzione industriale» si intende comunemente l'utilizzo massiccio di macchine intelligenti connesse a Internet per la produzione dei beni, al posto delle attuali macchine "stupide" che hanno bisogno di una supervisione umana.
Se una macchina è in grado di gestire da sé quasi tutte le emergenze, e se in caso di necessità la si può gestire da remoto, non c'è più bisogno di fabbriche o di uffici: ciascuno può lavorare da casa e l'attività stessa sulle macchine da parte degli operai è molto più rara.
Anzi, probabilmente diventerà superflua e saranno necessari soltanto alcuni tecnici che interverranno qualora si verifichino dei guasti che le macchine non sono in grado di risolvere in autonomia.
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In uno scenario come questo, il WEF prevede che le conseguenze si concretizzeranno in una perdita di oltre 5 milioni di posti di lavoro nelle 15 maggiori economie sviluppate ed emergenti entro il 2020: la previsione riguarda anche l'Italia, insieme a Paesi come l'Australia, la Cina, la Francia, la Germania, l'India, il Giappone, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Il Forum prevede che l'automazione e altri fenomeni come la ridondanza (che rende superflue alcune figure) e la possibilità di fare a meno di figure di "intermediazione" porteranno alla cancellazione di 7,1 milioni di posti di lavoro, compensati in parte dalla creazione di 2,1 milioni di nuovi posti, soprattutto in aree molto specializzate quali l'informatica, l'architettura, l'ingegneria e le scienze matematiche.
Per questi motivi il WEF chiede ai governi di agire con lungimiranza fin da subito: «Se non intraprendiamo oggi azioni urgenti e mirate per gestire la transizione a breve termine e addestrare una forza lavoro dotata di capacità a prova di futuro, i governo dovranno gestire una disoccupazione in continua crescita, ineguaglianza, e settori con una base di clienti che si riduce».
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Maary79